Maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e induzione al matrimonio. Queste le accuse ai genitori e il fratello delle quattro sorelle pakistane che alla fine di agosto, hanno chiesto aiuto rivolgendosi al pronto soccorso della Poliambulanza.

Da quella richiesta d’aiuto è partita l’attività investigativa, che ha portato all’emissione di misure interdittive per padre, madre e figlio. Ieri, gli accusati hanno risposto alle domande del giudice per ben tre ore, negando ogni fatto e replicando alle accuse non solo a parole, ma anche con documentazione.

Per quanto riguarda il matrimonio, per esempio, sarebbe stato spiegato che da 17 anni non ci sono più viaggi in Pakistan e per dimostrarlo, sarebbe stato portato il passaporto. Nessun riferimento, alla terribile vicenda accaduta a Sana Cheema. Negato poi dagli indagati, che le sorelle venissero fatte alzare alle cinque per pregare.

Adesso, non resta che aspettare la risposta del giudice. Intanto, le sorelle, sono sempre in una comunità protetta.