Giocava a basket, era sano. Un ragazzo di 13 anni come tanti della sua età. E’ morto cinque giorni dopo il primo ricovero all’Ospedale di Desenzano. La vittima è Alessandro Barbieri, studente dell’Itis Cerebotani di Lonato. L’avvisaglia era stata il vomito di sangue per una flagosi delle viee aeree. Una infiammazione curabile con antibiotico. Una diagnosi sbagliata dopo la crisi emorragica a portare il giovane al decesso. Era il 30 settembre del 2015. A distanza di anni il caso è tornato in un aula del tribiunale. Secondo il legale della famiglia Alessandro aveva gravi problemi gastrointestinali mai rilevati. Nemmeno dall’autopsia, che fu eseguita solo sui polmoni. Per tale ragione i 5 medici che lo avevano in cura sono stati messi a processo. L’accusa per tutti è di quelle pesanti: omicidio colposo per una diagnosi errata avendo sottoposto il paziente solo a laringoscopia e tracheoscopia, esami ematici e visita pneumologica, non svolgendo invece accertamenti sull’apparato digerente, e averlo «imprudentemente dimesso». Il primo ricovero il 22 settembre dopo un malore a scuola. Dopo qualche giorno d’ospedale il ritorno a casa. Il 30 la crisi con vomito di sangue e l’incoscenza. Quel giorno, ha ricordato la mamma in aula, Alessandro entrò in coma per poi addormentarsi per sempre.