foto d'archivio

Un primo semestre 2023 definito come “drammatico”, con numeri “inquietanti”. Così il Presidente dell’osservatorio Vega definisce la prima metà dell’anno dal punto di vista delle morti sul lavoro. In Italia le vittime da gennaio a giugno sono state 450, 346 in occasione di lavoro (+1,2% rispetto a giugno 2022) e 104 in itinere.

La Lombardia è ancora maglia nera con 64 morti, ma visto il gran numero di lavratori finisce in zona gialla per incidenza. Lo stesso non possiamo dire per la provincia di Brescia che si conferma in zona rossa con 13 vittime che valgono un infelice 22esimo posto a livello nazionale. In regione solo Sondrio e Cremona sono messe peggio, ma rispettivamente con 3 e 5 morti.

Le denunce di infortunio sono in diminuzione del 22,4% rispetto a fine giugno 2022. Erano, infatti, 382.288 a giugno 2022. Nel 2023 sono scese a 296.665. E il decremento risulta essere sempre maggiormente rilevante, come del resto nei mesi precedenti, nel settore della sanità.

Un calo di denunce certamente positivo, ma che va letto al netto dell’assenza quest’anno degli infortuni legati al covid. La pandemia era infatti ancora ben presente nei primi mesi del 2022, mentre oggi non figura quasi più nelle statistiche.