Nei primi nove mesi del 2025 la Lombardia conta 109 morti sul lavoro, il numero più alto in Italia nonostante un calo del 23% rispetto allo stesso periodo del 2024. Tra le province più colpite figura Brescia, con 18 vittime registrate da gennaio a settembre, di cui 15 in occasione di lavoro e 3 in itinere.
Il dato emerge dall’ultimo report dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, che inserisce Brescia nella fascia “arancione” della mappa del rischio, con un’incidenza di 27 decessi ogni milione di occupati. Confrontandogil numero di infortuni mortali a Brescia nei primi nove mesi del 2024 e del 2025, si registra un netto calo del 42%. Questo significa che i casi registrati lo scorso anno erano stati 31.

La provincia è seconda in Lombardia insieme a Bergamo, dietro solo a Milano (31 vittime). Seguono Cremona, Lecco, Monza e Pavia. Nonostante il primato negativo per valore assoluto, la Lombardia mantiene un’incidenza inferiore alla media nazionale (16,1 contro 24,0) e questo le vale la “zona bianca”.
Cremona è l’unica provincia lombarda in “zona rossa” con un indice di mortalità pari a 50,9. Brescia e Lecco si trovano in “zona arancione”, mentre Milano e altre aree della regione rientrano in “zona bianca”.
I settori più colpiti sono manifatturiero, trasporti e logistica, commercio, costruzioni e sanità. Secondo l’Osservatorio, il 20% delle vittime è composto da donne, e circa un quarto degli infortuni riguarda lavoratori stranieri.










































