Via libera dal Consiglio dei ministri alle modifiche ai cosiddetti “decreti sicurezza” su sicurezza e immigrazione, voluti dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, e alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Nadef) 2020.

In termini di immigrazione sono state accolte le modifiche richieste a gran voce dal Partito democratico e da Leu, mentre il M5s voleva limitarsi a recepire le osservazioni del presidente della Repubblica che aveva segnalato al parlamento diverse criticità. Sono state ridotte le multe alle Ong, superando di fatto le sanzioni milionarie previste dai testi precedenti, e torna la protezione umanitaria con l’introduzione del regime di protezione speciale. Si crea di fatto un nuovo “Sistema di accoglienza e integrazione”: viene riconosciuto il soccorso delle vite in mare come obbligo costituzionale e internazionale, e il divieto di espulsione e respingimento per chi rischia torture o trattamenti disumani nel suo Paese. Il provvedimento introduce inoltre un inasprimento del cosiddetto “Daspo urbano”, con il divieto di accesso nei locali pubblici dei “soggetti che abbiano riportato una o più denunce o una condanna non definitiva, nel corso degli ultimi tre anni, relativamente alla vendita o cessione di sostanze stupefacenti o psicotrope”.

Con il via libera al Nadef viene definito il perimetro di finanza pubblica nel quale si iscriveranno le misure della prossima legge di bilancio, che avrà come obiettivo quello di sostenere la ripresa dell’economia italiana nel triennio 2021-2023, in stretta coerenza con il prossimo Piano nazionale di ripresa e resilienza. Gli interventi “saranno principalmente rivolti a sostenere, nel breve termine e per tutta la durata della crisi da Covid-19, i lavoratori e i settori produttivi più colpiti; a valorizzare appieno le risorse messe a disposizione dal programma ‘Next Generation EU’ per realizzare investimenti e riforme di vasta portata e profondità”. Altra priorità della nota è l’avvio di un’ampia riforma fiscale che migliori l’equità, l’efficienza e la trasparenza del sistema tributario riducendo anche il carico fiscale sui redditi medi e bassi, coordinandola con l’introduzione di un assegno universale per i figli; ad assicurare un miglioramento qualitativo della finanza pubblica, spostando risorse verso gli utilizzi più opportuni a garantire un miglioramento del benessere dei cittadini, dell’equità e della produttività dell’economia; a ricondurre l’indebitamento netto della pubblica amministrazione verso livelli compatibili con una costante e sensibile riduzione del rapporto debito/PIL.

Il comunicato della presidenza del Consiglio fornisce un quadro generale di previsione delle finanze pubbliche: per quanto riguarda la programmazione delle finanze pubbliche, per il 2021 la Nadef fissa un obiettivo di indebitamento netto (deficit) pari al 7 per cento del prodotto interno lordo (pil). Rispetto alla legislazione vigente, che prevede un rapporto deficit/Pil pari al 5,7 per cento, si presenta quindi lo spazio di bilancio per una manovra espansiva pari a 1,3 punti percentuali di pil (oltre 22 miliardi di euro). Rispetto al 2020, nel quadro programmatico di finanza pubblica, il rapporto debito/Pil nel 2021 è previsto in calo di 2,4 punti percentuali, portandosi dal 158 per cento, al 155,6 per cento.

Per gli anni successivi viene delineato un percorso di graduale rientro del rapporto, con l’obiettivo di riportare il debito della pubblica amministrazione al di sotto del livello pre-Covid entro la fine del decennio. Grazie al sostegno alla crescita assicurato dalle misure espansive, nel 2021 è attesa una crescita programmatica del PIL pari al 6 per cento (rispetto ad una crescita tendenziale del 5,1 per cento), che nel 2022 e nel 2023 si attesterà al 3,8 per cento ed al 2,5 per cento, rispettivamente.

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