Doversi recare in Pronto soccorso è già di per sé un’azione tutt’altro che positiva, figlia di un momento difficile e spesso doloroso. Farlo negli ultimi anni segnati dal covid lo è stato ancor di più, ma non possiamo nascondere che uno dei timori quando ci si reca in queste strutture è quello di un’attesa indefinita.

Il Welfare regionale oggi vuole provare a ottimizzare il flusso dei pazienti in Pronto soccorso, riducendo di pari passo i tempi di attesa. E proprio in questo senso è stata studiata una delibera con alcune misure ad hoc per giungere all’obiettivo, oltre all’istituzione di un organo di controllo.

Secondo quanto dettato dal documento le varie strutture dovranno un numero mininimo di posti letto (anche nei giorni festivi e nei weekend) per permettere l’accettazione dei pazienti in arrivo dai Ps. Un numero che non sarà standard e unico, ma verrà definito per ogni azienda. Richiesta inoltre la presenza del “bed manager” e del “Nucleo aziendale per la gestione dei ricoveri di area medica” che definiranno le strategie per la gestione dei pazienti in caso di non immediata disponibilità dei posti letto.

Ogni Pronto soccorso dovrà inoltre essere dotato di una “admission room” ossia aree dedicate per i pazienti che, terminato il percorso di emergenza-urgenza, sono in attesa di essere inviati all’Unità Operativa e di una “discharge room”. Quest’ultima sarà un’zona per i pazienti da dimettere in attesa del trasferimento a casa o in altre strutture. Inoltre, dovranno essere definite, in caso in caso di sovraffollamento, le modalità gestionali alternative dei pazienti.

Verrà infine istituito un osservatorio regionale dei ricoveri in area medica con lo scopo di monitorare i flussi di pazienti nei Pronto soccorso monitorando i tempi di attesa per il ricovero che devono essere contenuti entro le 8 ore dall’accesso come da linee guida ministeriali.