E’ iniziato il dibattito di oggi al Senato sul voto della mozione di sfiducia di Fratelli d’Italia contro il ministro della Salute, Roberto Speranza, in merito all’inchiesta sul mancato aggiornamento del piano pandemico. A firmarla sono principalmente parlamentari di Fratelli d’Italia, gli ex del Movimento cinque stelle e i dissidenti confluiti nel gruppo Misto.

Il primo firmatario della mozione è il senatore e capogruppo di Fd’I a palazzo Madama, Luca Ciriani. L’accordo di massima era stato raggiunto nel corso di una riunione informale convocata dal ministro ai Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, con i capigruppo di maggioranza di palazzo Madama. L’obiettivo, scritto nelle ultime righe del documento, è “Impegnare il ministro Speranza a rassegnare immediatamente le proprie dimissioni”.

Il leader della Lega Matteo Salvini non si sbilancia sulla mozione: “Prima voglio fare una chiacchiera con il sottosegretario Sileri, di cui ho enorme stima e fiducia. Prima di decidere – ha aggiunto – voglio sapere come ha convissuto, come ha lavorato e sta lavorando con Speranza il sottosegretario Sileri, che è del M5s e non della Lega. Mi affiderò anche ai suoi ragionamenti e alle sue parole. Il parere di Sileri mi interessa”.

Nella mozione sottoscritta dai senatori vengono citati una serie di argomenti, come la mancanza di un piano pandemico aggiornato; l’inchiesta che coinvolge il direttore vicario dell’Oms Ranieri Guerra, l’ex capo dei ricercatori Francesco Zambon e il report che evidenziava le lacune nella preparazione dell’Italia scomparso in 24 ore; i ritardi accumulati nelle prime settimane di diffusione del Covid-19; l’impreparazione nell’affrontare la seconda ondata; il libro scritto da Speranza nel quale secondo quanto scritto nella mozione le sue dichiarazioni dimostrerebbero “una costante sottovalutazione della gravità della situazione”; l’assenza di un piano strategico efficace sull’approvvigionamento dei vaccini anti-Covid. Al Senato, oltre a quella di Fd’I, sono state presentate altre due mozioni di sfiducia a Speranza: una del senatore Gianluigi Paragone, leader di Italexit, e l’altra del senatore Mattia Crucioli di Alternativa C’è.

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