Il dibattito politico sulla scelta della prefettura di ospitare i migranti alla ex Caserma Randiaccio, si infiamma con il centrodestra che accusa l’amministrazione Del Bono di non aver realizzato il Campus Universitario pensato dall’ex Giunta Paroli e quindi oggi di avere una struttura abbandonata a e fatiscente nel cuore della città.

Una ricostruzione, quella del leader dell’opposizione in Loggia, Rolfi, che l’ex Sindaco Del Bono contesta fermamente.

“Ormai Rolfi sembra un disco rotto – scrive Del Bono in una nota – e ci racconta ancora il ritornello di 10 anni fa, nel goffo tentativo di confondere le acque.
Alla Randaccio non c’è mai stata la concreta possibilità che si facesse un Campus universitario perche’ il tutto si poggiava su una complessissima triangolazione che non ha mai avuto le gambe per camminare.
Ovvero – spiega l’ex sindaco- il Comune doveva acquisire da un proprietario privato una parte della Caserma Ottaviani, in quella parte si sarebbe dovuta trasferire la Prefettura. Al trasferimento della Prefettura, lo Stato avrebbe ceduto la Caserma Randaccio, dentro la quale si sarebbe potuto fare un Campus”.

“C’è un piccolo particolare – continua Del Bono- l’ operazione urbanistica nella Caserma Ottaviani non è mai partita perché la società proprietaria del bene in quegli anni andò in liquidazione.
Nel frattempo, in questi anni, l’Università di Brescia ha deciso con operazioni immobiliari ed urbanistiche di sviluppare il suo Campus a Mompiano e in via Porta Pile (al Carmine) dove ha aree di sua proprietà, il tutto peraltro già oggetto di una operazione urbanistica approvata dal Comune. Fine della discussione di 10 anni fa”.

Del Bono, poi nella nota, riporta la discussione politica alla situazione attuale.

“Parliamo dell’oggi, invece. L’Agenzia del Demanio, proprietaria della Caserma Randaccio ha comunicato alcuni mesi fa, per bocca del suo Direttore generale, al Comune di Brescia, l’intenzione di investire sulla Caserma per trasferirci l’Agenzia delle Entrate, oggi in affitto in un immobile a Campo Grande.
Uno sbocco molto positivo ed auspicabile coerente con gli obiettivi di rigenerazione urbana e socialmente ideale nel contesto del Carmine”.

“Tutto questo – incalza l’ex sindaco di Brescia – rischia di saltare per una volontà (ci auguriamo per nulla definitiva) della Prefettura e del Governo Meloni di metterci un’area di smistamento per gli immigrati che arrivano dopo gli sbarchi. Una soluzione che non ha nemmeno una ben chiara definizione giuridica (non è un Cas, non è un SAI, non è un vero Centro di smistamento). E già questo è un serio problema.

Una scelta che il Comune di Brescia, e con lui tutti i rappresentanti istituzionali del centro sinistra bresciano, considera inaccettabile.
La Caserma non puo’ avere quella destinazione in un quartiere che ha già significative problematiche sociali e di sicurezza e che va presidiato e orientato sempre più verso soluzioni positive per i residenti e per la città intera”.

Per Del Bono quella della Prefettura è “una soluzione che contraddice, inoltre, il principio dell’accoglienza diffusa, assai meno impattante e più efficace nell’attività di controllo e di reale integrazione.
Una ipotesi, quella prospettata dalla Prefettura, che il centro sinistra bresciano contrasterà con ogni strumento politico e giuridico a sua disposizione.”

“Ma il tema che si po -incalza Del Bono tirando in ballo direttamente l’opposizione -. Ma la destra Bresciana, con Rolfi, la Lega e Fratelli d’Italia in testa, vogliono o no affiancarsi al Comune e a tutti noi per evitare un così grave errore per la città? O vogliono semplicemente coprire l’azione del Governo Meloni senza sollecitare, essi stessi, soluzioni diverse e concertate con gli Enti locali?”