foto da Facebook

Il pensiero corre subito a Venezia. Alla ridda di opinioni, polemiche, critiche e quant’altro. Oggi però, al centro c’è Sirmione. Sui social un residente parla di “quattro giorni di follia” durante il ponte del Primo Maggio, quando il gioiello del Basso Garda è stato preso d’assalto da decine di migliaia di turisti mordi e fuggi, con enormi disagi per tutti. Difficoltà per i residenti, per chi nel centro ci lavora, per quelli che soggiornano nelle strutture alberghiare e – in ultimo – per quegli stessi visitatori che certo non si sono goduti la giornata sperata.

E quindi ecco l’inevitabile proposta del numero chiuso, o comunque lo si voglia chiamare. L’assessore alla Sicurezza Massimo Padovan parla di “strumenti più moderni ed efficaci per gestire i flussi”. Fra queste un sistema di prenotazione per accedere al centro storico nei giorni a maggior frequentazione, una revisione dei parcheggi e la discussa tassa di accesso per i visitatori giornalieri.

Sarebbe più cauta la sindaca Luisa Lavelli che nel frattempo ha incontrato il prefetto Andrea Polichetti. Al Corriere, Lavelli ha spiegato che durante il confronto è emersa la necessità di limitare quantomeno il traffico veicolare nei parcheggi a ridosso del castello. Durante l’ultimo ponte le auto sono state 40mila in più rispetto allo scorso anno.

Dalle minoranze è arrivata la richiesta alla Giunta di convocare un Consiglio comunale aperto per discutere in modo condiviso delle misure da adottare. Una proposta che per il momento potrebbe rimanere tale. “Solo attraverso il confronto reale ed il coinvolgimento della comunità si potranno trovare soluzioni concrete – ha fatto sapere Roberto Campagnola – Sirmione merita un modello di gestione partecipato, moderno e sostenibile”.