Nelle città della Lombardia l’aria e (ancora) tutt’altro che buona. A denunciarlo è Legambiente sulla scorta dei dati Arpa, nei quali emerge come Brescia non sia la peggiore in regione ma si piazza giusto fuori dal podio in questa poco lusinghiera classifica.

Nell’ordine, sono Milano, Cremona, Mantova, Brescia, Lodi, Monza, Pavia e Como le città che hanno infranto il tetto massimo concesso dalla normativa europea per quanto riguarda le giornate di smog elevato, con polveri oltre i 50 microgrammi/mc: 35 giorni all’anno secondo le vigenti norme europee. Brescia invece, di queste giornate ne ha registrate 58 finendo di fatto in zona rossa.

In questo 2022 potrebbe salvarsi Bergamo che attualmente segna 34 giorni fuori norma, mentre ce l’hanno fatta Lodi, Varese e Sondio.

Nessuna delle città lombarde però, rispetta le nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in virtù delle quali devono essere meno di 4 all’anno le giornate di smog estremo. “La normativa europea sulla qualità dell’aria è in fase di revisione e i limiti potrebbero diventare ancor più stringenti – scrive Legambiente – Se così fosse, nessuna città lombarda potrebbe dichiararsi libera dallo smog”.

Una situazione simile è quella che riguarda i valori medi annui. La buona notizia è che nessuna città lombarda supera il valore soglia stabilito dalla normativa europea (40 microg/mc per le polveri sottili), quella cattiva è che nessuna città lombarda si colloca al di sotto dei valori di riferimento per la salute umana fissati dall’OMS (15 microg/mc). In questo caso Brescia è quinta della classifica per cattiva qualità dell’aria.

In questo senso Legambiente denuncia un preoccupante trend relativo agli ultimi anni: se infatti decenni precedenti si era riscontrata una costante riduzione, ora quella curva è andata appiattendosi. “Nessun peggioramento significativo – dicono da Legambiente – ma anche nessun cenno di miglioramento”.