32 suicidi nelle carceri italiane da inizio anno a oggi. Un bilancio tragico, per quella che ormai non è più possibile chiamare emergenza, ma è piuttosto la drammatica e inaccettabile normalità. Per questo la Garante dei detenuti di Brescia con l’Unione delle Camere Penali hanno voluto accendere i riflettori su questo tema partendo proprio dal nostro territorio dove il problema degli istituti è tristemente noto.

L’accento si va a porre su un sistema carcerario che non riesce ad assolvere alla propria funzione primaria di rieducazione e reinserimento nella società. Paradigma figlio del sovraffollamento e della carenza del personale, non solo di Polizia penitenziaria.

Basti pensare che a Canton Mombello, carcere più sovraffollato d’Italia, si è raggiunta una percentuale di detenuti pari al 209,3%. Perle circa 330 persone presenti all’interno del circondariale cittadino sarebbero previsti 8 educatori, ma attualmente ce ne sono soltanto 5. A Verziano invece, struttura certamente migliore, per 120 detenuti c’è soltato un educatore.

“Il tempo è finito”

“Il tempo è davvero finito, parlano i numeri e sono numeri drammatici – spiega il componente della Giunta delle Camere Penali Andrea Cavaliere – Non è accettabile che un soggetto che ha sbagliato e che è sotto la custiodia dello Stato si tolga la vita”.

Secondo l’avvocato Cavaliere bisogna intervenire immediatamente con provvedimenti legislativi urgenti come ad esempio la liberazione anticipata speciale, un Ddl attualmente al vaglio del Parlamento.

“Il concetto più importante che deve passare è che più carcere non significa più sicurezza per la popolazione – sottolinea Cavaliere – Le statistiche ci dicono che solo un carcere migliore e una pena scontata in modo dignitoso consentono a detenuto di essere rieducato e di farli rientrare nella società come persona migliore con un abbattimento della recidiva”.

“Canton Mombello va chiuso”

Negli ultimi giorni si è tornati a parlare di Canton Mombello e del progetto di ampliamento di Verziano, che numeri alla mano non consentirebbe di chiudere definitivamente il Nerio Fischione.

“Strutturalmente parlando il Nerio Fischione è totalmente inadeguato – ha detto la garante Luisa Ravagnani – Non credo che ci sia una cattiva volontà da parte di chi lavora in carcere per far vivere male i detenuti, è un dato oggettivo che vivano male perché la struttura non è adeguata”.

Sul nuovo progetto, la Ravagnani è convita: “Quando sento parlare di ristrutturazione mi spavento molto. Quell’istituto va solo ed esclusivamente chiuso”.