Tragedia Cristo di Cevo: rimbalzo di responsabilita’ in tribunale

Al di là del rimpallo delle responsabilità nelle aule di un tribunale c’è una famiglia, quella di Marco Gusmini, a chiedere giustizia e chiarezza su quanto accaduto il 24 aprile del 2014. Il giovane 21enne era in gita con il grest alla croce di Job al Dosso di Cevo quando alle 14 avvenne la tragedia: la croce si spezzò travolgendo e uccidendo sul colpo il ragazzo di Lovere. Per questa morte il sindaco di Cevo, Marcello Citroni, ha già patteggiato in abbreviato un anno e due mesi. Un anno, invece, al tecnico Ivan Scolari. Assolto per non aver commesso il fatto l’ex primo cittadino Mauro Giovanni Bazzana. Il manufatto ideato da Enrico Job e realizzato dalla Moretti Interholz in occasione della visita di Giovanni Paolo II nel 1998, quando fu esposto allo stadio Rigamonti per poi essere trasferito in Valcamonica nel 2005. «Causa del crollo», per gli esperti, «le infiltrazioni di acqua nella cavità della struttura». Acqua «che si è accumulata dal cassone di testa fino a far marcire circa il 75% del legno: era diventato segatura». E ancora “In corrispondenza della frattura erano ben visibili i segni del ristagno di acqua, che per lunghissimo tempo di è mantenuto all’interno di quell’ambiente». Il problema è e rimane capire chi dovesse occuparsi della manutenzione. Nessuno, a quanto pare, «ha verificato in che stato si trovasse il legno dopo sette anni» in deposito, prima del riposizionamento. Livelli anomali sarebbero certo stati un segno che qualcosa non andava, rendendo quindi necessarie ulteriori indagini. Una volta all’anno invece si sarebbero potuti controllare ristagno e perdite di acqua». L’inchiesta continua.