L’eurodeputata bresciana della Lega Stefania Zambelli risulta indagata dalla Procura europea di Milano a seguito di un’indagine su possibili frodi in materia di indennità parlamentari. Per tali ragioni la Procura, con la Guardia di Finanza di Brescia, ha eseguito un sequesto di 170mila euro.

L’indagine riguarderebbe un sospetto di frode ai danni del bilancio Ue in merito alla retribuzione di quattro collaboratori dell’Eurodeputata gardesana. Queste persone non avrebbero infatti svolto le mansioni per cui sarebbero stati assunti e stipendiati, o comunque le avrebbero assolte solo parzialmente, documentando poi falsamente l’attività al Parlamento.

Inoltre, secondo l’indagine, avrebbero anche travisato le loro qualifiche, avendo dichiarato competenze educative e professionali che non avevano.

Come si legge nella nota, “si ritiene che l’eurodeputata, che è strettamente legata ad almeno una delle persone assunte, abbia anche beneficiato delle somme pagate dal Parlamento europeo per le attività lavorative che il personale avrebbe dovuto svolgere”. I danni stimati per il bilancio dell’Ue ammontano a 172.148,82 euro. L’esecuzione del provvedimento di sequestro è stata completata giovedì scorso dalla Guardia di Finanza e ha riguardato conti bancari e auto di lusso.

Alle ultime elezioni regionali, la Zambelli è stata candidata sempre del Carroccio ottenendo 4.032 preferenze e risultando quindi prima dei non eletti. Considerando la forte possibilità di un posto in giunta per almeno uno dei primi due (Massardi e Caparini) per lei potrebbero aprirsi le porte del Pirellone.

La replica

Immediata la difesa che la bresciana affida ai suoi canali social. “Tengo a precisare che ne io ne i miei collaboratori abbiamo commesso alcun illecito – scrive Zambelli – Il nostro operato è sempre stato improntato alla massima lealtà e trasparenza”.

L’Eurodeputata aggiunge di come la denuncia sia partita da un’assistente parlamentare che già nel 2019 aveva denunciato al Parlamento la Zambelli con le medesime argomentazioni. Vicenda conclusasi con il licenziamento per giusta causa dell’assistente.

“Sono a completa disposizione delle Autorità Giudiziaria – conclude – per qualsiasi chiarimento”.