Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il candidato democratico alla presidenza Usa, Joe Biden, si sono affrontati ieri, 29 settembre, in occasione del primo dei dibattiti programmati tra i candidati alla Casa Bianca, in vista delle elezioni del prossimo 3 novembre. Il dibattito, che si è tenuto a Cleveland, in Ohio, è durato in tutto 90 minuti, ed è stato caratterizzato da durissimi attacchi personali e ripetute interruzioni. Trump ha dominato la prima parte del dibattito, tentando di presentare l’ex vicepresidente Biden come la maschera di un Partito che ha abbracciato la “medicina socialista”. L’ex vicepresidente Usa ha però replicato colpo su colpo, incalzando il presidente in merito alla gestione della pandemia, a suo dire fallimentare, alle profonde divisioni sociali e politiche culminate nelle proteste e nei saccheggi degli ultimi mesi, e da ultimo – in merito alle recentissime rivelazioni del quotidiano “New York Times” riguardo le dichiarazioni dei redditi del presidente. Trump, notoriamente a proprio agio sul palcoscenico, necessitava di una solida prestazione per colmare almeno in parte lo svantaggio ancora attribuitogli dalla maggior parte dei sondaggi rispetto al suo avversario democratico. Biden, invece, ha tentato di cancellare l’immagine di scarsa lucidità causata da alcune sue recenti apparizioni pubbliche, fronteggiando un avversario imprevedibile in un contesto di grave crisi sociopolitica ed economica.

Nei primi minuti del dibattito, Trump ha tentato di imporsi su Biden e sul moderatore del dibattito, il giornalista Chris Wallace, che lo interrogava in merito alla promessa mancata di realizzare un sistema sanitario alternativo al cosiddetto “Obamacare”. Biden è parso in difficoltà sul fronte delle nomine alla Corte Suprema, faticando a spiegare la sua riluttanza a presentare una lista di nomine per l’Alta Corte dovuta, secondo i suoi avversari, ad una scomoda dipendenza politica dall’ala ultra-progressista del partito. Biden ha anche esitato in merito al piano, sostenuto da diversi esponenti del suo partito, di “riempire le corti”, ovvero alterare l’assetto giudiziario del paese e i suoi orientamenti politici tramite la nomina un maggior numero di giudici, anche alla Corte Suprema.

Uno tra i temi centrali del primo dibattito tra i due candidati alla presidenza è stata la gestione della pandemia di coronavirus. Trump e Biden hanno presentato due approcci differenti alla crisi: il primo, che si è trovato a gestire direttamente l’emergenza, ha dapprima tentato di sminuirne la portata, sollecitando il riavvio dell’economia reale; Biden, così come gli esponenti del suo partito, accusano il presidente di non aver risposto in maniera adeguata sul piano sanitario, e di aver trasmesso all’opinione pubblica statunitense messaggi pericolosamente fuorvianti, ad esempio tramite il rifiuto di indossare la mascherina e l’organizzazione di comizi ed eventi pubblici in contrasto con gli inviti al distanziamento sociale. Nelle ultime settimane, però, i ruoli sembrano essersi in parte invertiti: Trump anticipa da settimane l’imminente adozione di un vaccino contro il coronavirus; i Democratici, che per mesi hanno accusato Trump di non dare fiducia alla scienza medica e di non agire con la necessaria urgenza, sollecitano ora cautela, ed esprimono dubbi in merito all’introduzione di un vaccino, che a loro dire costituisce una affrettata mossa elettorale del presidente. Durante il dibattito, Trump ha difeso gli eventi organizzati dalla sua campagna elettorale, affermando che “non hanno causato alcuna conseguenza avversa”; ed ha accusato di ipocrisia i Democratici, per aver predicato il distanziamento sociale in occasione dei suoi comizi, ma non delle proteste di massa che interessano da mesi le principali città statunitensi.

Nel corso dell’intero dibattito, Biden si è attenuto ad una linea di fondo: presentare l’inquilino della Casa Bianca come un mentitore seriale, cui non è possibile concedere alcuna fiducia. “Noi siamo favorevoli a un vaccino, ma non non mi fido affatto di quest’uomo, e so che non vi fidate nemmeno voi”, ha detto Biden fissando le telecamere. Il candidato democratico si è presentato al dibattito di ieri forte delle rivelazioni di stampa in merito alle dichiarazioni dei redditi di Trump, pubblicate a sorpresa poche ore prima dell’evento. “Mostraci i documenti”, ha dichiarato Biden, accusando il presidente di aver pagato per anni contributi federali irrisori, e di aver dunque mentito in merito al presunto successo delle sue attività imprenditoriali. Trump ha replicato con le medesime argomentazioni espresse in più occasioni nel corso del suo mandato quadriennale: “Non voglio pagare le tasse. Come qualsiasi altro uomo d’affari, esclusi gli idioti, faccio uso dei margini consentitimi dalla legge”, ha detto il presidente. Biden ha replicato promettendo di abrogare le modifiche al Codice fiscale approvate dall’amministrazione Trump nel 2017, che introducono una serie di agevolazioni anche per le aziende e i redditi medio-alti.

Uno scontro particolarmente acceso tra i due candidati ha riguardato il sostegno alla comunità afroamericana. Biden, che come tutti i candidati democratici gode del consenso della maggior parte dell’elettorato afroamericano, ha presentato Trump come un politico intento ad alimentare le divisioni, e dominato da pregiudizi e discriminazioni. Il Democratico ha rievocato la manifestazione di Charlottesville del 2017, organizzata da gruppi di estrema destra e culminata nell’uccisione di una contro-manifestante, ed è tornato ad accusare il presidente di non aver mai condannato davvero tale evento. Trump ha replicato rievocando il passato politico di Biden, incluso il suo sostegno alla riforma del Codice penale del 1994, che ha introdotto una serie di nuovi reati federali, esteso il ricorso alla pena di morte e causato un sensibile aumento della popolazione carceraria afroamericana. Trump ha anche ricordato una infelice uscita pronunciata da Biden lo scorso maggio, quando nel corso di una intervista radiofonica ha affermato che gli afroamericani che sostengono Trump “non sono neri”. Quello di ieri è il primo di tre dibattiti presidenziali: i prossimi due si terranno il 15 e 22 ottobre prossimi, rispettivamente a Miami (Florida) e Nashville (Tennessee); il 7 ottobre si terrà invece l’unico dibattito televisivo tra i candidati alla vicepresidenza Usa.

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