Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) ha confermato che porrà termine dalla fine del marzo prossimo al Piano di emergenza per l’acquisto di titoli contro la pandemia di Covid-19 (Pepp). Intanto, le operazioni di tale programma sono state effettuate nel primo trimestre del 2022 a un “ritmo inferiore” rispetto ai tre mesi precedenti. È quanto comunica la Bce, aggiungendo che il suo Consiglio direttivo ribadisce la proroga del reinvestimento dei pagamenti principali derivanti dai titoli acquistati con il Pepp in maturazione “almeno fino alla fine del 2024”. In ogni caso, il rinnovo futuro del portafogli del Pepp verrà gestito per “evitare interferenze con l’appropriata posizione di politica monetaria”.

Secondo il Consiglio direttivo della Bce, la pandemia di Covid-19 ha mostrato che, “in condizioni di stress, la flessibilità nell’elaborazione e nell’attuazione degli acquisti di titoli ha contribuito a contrastare la trasmissione alterata della politica monetaria” e a rendere più efficace l’impegno per raggiungerne gli obiettivi. Nel rispetto del mandato della Bce, “in condizioni di stress”, la flessibilità rimarrà quindi “un elemento di politica monetaria” ogni volta che “minacce” alla sua trasmissione mettono a repentaglio il raggiungimento della stabilità dei prezzi”.

In particolare, in caso di rinnovata frammentazione del mercato relativa alla pandemia di Covid-19, i reinvestimenti del Pepp potranno essere “aggiustati in ogni momento in maniera flessibile” nel tempo, tra classi di asset e Stati membri. Ciò potrebbe includere l’acquisto di titoli di Stato greci “oltre e al di sopra del rinnovo dei rimborsi” al fine di evitare l’interruzione di questa operazione, che potrebbe “alterare la trasmissione della politica monetaria all’economia della Grecia mentre è ancora in ripresa” dalla crisi del coronavirus. A ogni modo, gli acquisti del Pepp potrebbero essere “riattivati, se necessari, per contrastare shock negativi correlati alla pandemia” di Covid-19.

Il Consiglio direttivo della Bce ha, inoltre, deciso di raddoppiare il ritmo del Programma per l’acquisto di titoli (App) da 20 a 40 miliardi di euro nel secondo trimestre del 2022, per poi ridurlo a 30 miliardi di euro nei tre mesi successivi e a 20 da ottobre. Tale ammontare verrà mantenuto “finché sarà necessario per rafforzare l’impatto accomodante” dei tassi di interesse. L’Eurotower si aspetta che gli acquisti con l’App termineranno “poco prima dell’innalzamento” dei tassi. I pagamenti principali dei titoli in scadenza acquistati con l’App verranno reinvestiti “pienamente per un prolungato periodo di tempo oltre la data dell’innalzamento dei tassi e, in ogni caso, per quanto sarà necessario al fine di mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di politica monetaria accomodante”.

I tassi di interesse rimarranno invariati. In particolare, il tasso sui depositi viene mantenuto allo 0,5 per cento, quello sulle operazioni di rifinanziamento principale e marginale rispettivamente allo 0 e allo 0,25 per cento. I tassi rimarranno tali o inferiori fino a quando il Consiglio direttivo della Bce non avrà visto le prospettive di inflazione dell’Eurozona raggiungere l’obiettivo simmetrico del 2 per cento, “ben prima della conclusione del suo orizzonte di proiezione e in maniera durevole” per il resto di tale periodo. Inoltre, non vi saranno modifiche dei tassi prima che il progresso nell’inflazione sottostante non sia “sufficientemente avanzato da esser coerente con l’inflazione che si stabilizza al 2 per cento nel medio periodo”. Ciò potrebbe implicare una fase di “transizione”, in cui l’inflazione sarà “moderatamente superiore” all’obiettivo.

Il Consiglio direttivo della Bce continuerà a monitorare le condizioni di finanziamento delle banche dell’Eurozona e a garantire che la maturazione delle terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Tltro III) non ostacoli la trasmissione regolare della politica monetaria. Verrà, inoltre, monitorato regolarmente come le operazioni di prestito mirate stiano contribuendo alla posizione di politica monetaria della Bce. Le condizioni speciali applicabili alle Tltro III termineranno nel giugno del prossimo anno. Il Consiglio direttivo valuterà l’adeguata calibrazione del suo sistema a due livelli per la remunerazione delle riserve, “in modo che la politica dei tassi di interesse negativi non limiti la capacità di intermediazione delle banche in un contesto di ampia liquidità in eccesso”. Il Consiglio direttivo della Bce ribadisce, infine, di essere pronto ad “aggiustare tutti i propri strumenti nella maniera appropriata” per assicurare che l’inflazione nell’Eurozona si stabilizzi all’obiettivo del 2 per cento nel medio periodo.

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