La giornata mondiale degli animali che si celebra il 4 ottobre è l’occasione per riflettere sui diritti degli animali e sulla necessità di migliorare il loro benessere

Una ricorrenza internazionale istituita nel giorno dedicato a San Francesco d’Assisi, santo patrono degli animali. Per la prima volta è stata celebrata il 24 marzo 1925 al Palazzo dello Sport di Berlino e successivamente spostata al 4 ottobre.

Ma la ricorrenza è occasione per le associazioni animaliste e veterinarie per tornare a chiedere al Governo per rivedere l’aliquota Iva applicata alle spese veterinarie e di alimentazione per gli animali da compagnia. Attualmente viene applicata infatti l’aliquota destinata ai beni di lusso mentre le associazioni chiedono di rimodularla al 10% visto che, ormai, in Italia il 40% delle famiglie vive con un animale da compagnia (cane o gatto)

Gli alimenti per gli animali d’affezione e le prestazioni veterinarie sono infatti gravati da un’aliquota Iva al 22%; in Germania, in considerazione della quotidianità d’utilizzo e del ruolo degli animali d’affezione in società, l’aliquota Iva sugli alimenti per cani e gatti è al 7%. Le famiglie italiane quindi sopportano un’Iva pari a più di tre volte quella delle famiglie tedesche.

Abbassare il costo delle spese veterinarie e dei prodotti di alimentazione è fondamentale, in questo periodo di crisi anche economica, per garantire una corretta profilassi e assistenza sanitaria con il supporto di un medico veterinario; buona salute e lunga vita dei pet dipendono infatti dall’alimentazione e dalle cure mediche.

Ecco perché le principali associazioni del settore, con una letterea aperta, hanno chiesto al Governo e al Parlamento che, al primo provvedimento utile, gli alimenti per cani e gatti e le prestazioni veterinarie vengano permanentemente collocati in fascia Iva agevolata al 10%, la stessa dei medicinali veterinari.