Edson Arantes do Nascimento. Questo il nome di Pelè, leggenda del calcio mondiale, morto ieri a 82 anni.

Malato da tempo, le condizioni di Pelè si erano aggravate nelle ultime settimane. Considerato da molti il più forte calciatore di tutti i tempi, Pelè vinse 3 campionati del mondo con il Brasile, nel 1958, 1962 e 1970. A livello di club, indossò per quasi tutta la carriera la maglia del Santos e nel finale quella dei New York Cosmos, senza mai confrontarsi con il calcio europeo.

“Pochi brasiliani hanno portato il nome del nostro Paese lontano come ha fatto Pelé”, ha scritto il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ricordando il campione brasiliano in un messaggio pubblicato sul proprio profilo Twitter.

“Pochi brasiliani hanno portato il nome del nostro paese lontano come ha fatto lui. Per quanto diversa fosse la lingua portoghese, gli stranieri provenienti dai quattro angoli del pianeta hanno trovato ben presto il modo di pronunciare la parola magica: Pelé”, ha scritto. “Pelé lascia oggi per andare a fare un ‘uno-due’ in paradiso con Coutinho, suo grande compagno al Santos. Ora resterà in compagnia di altre stelle eterne: Didi, Garrincha, Nilton Santos, Socrates, e Maradona. Ha lasciato una certezza: non c’era mai stato un numero 10 come lui. Grazie Pelè”, ha continuato.

Il presidente Lula ha anche ricordato di aver visto giocare Pelé. “Ho avuto il privilegio che i brasiliani più giovani non avevano: ho visto Pelé giocare, dal vivo, allo stadio Pacaembu e al Morumbi. Giocare, no. Ho visto Pelé dare spettacolo. Perché quando prendeva palla faceva sempre qualcosa di speciale, che spesso finiva in gol. Confesso – ha ricordato – che spesso provavo rabbia perché ha sempre massacrato il mio Corintians. Ma, prima di tutto, lo ammiravo. E la rabbia ha presto lasciato spazio alla passione di vederlo giocare con la maglia numero 10 della nazionale brasiliana”, ha concluso Lula.