Ad oggi “non c’è pressione” sulle terapie intensive in Italia. Lo ha detto il commissario all’emergenza Covid, Domenico Arcuri, durante il suo intervento alla conferenza digitale “Finanza e sistema Paese un anno dopo”. A marzo in Italia, ha spiegato Arcuri, “c’erano 5.179 posti letto di terapia intensiva”. Al picco dell’emergenza della prima ondata i pazienti covid ricoverati in terapia intensiva erano “circa 7mila”, ovvero “duemila di più di quelli che la totalità dei reparti potevano accogliere. Oggi abbiamo circa 10mila posti, le abbiamo raddoppiate, e arriveremo a 11.300 nel prossimo mese. Oggi i ricoverati in terapia intensiva sono 3.400, quindi la pressione su questi reparti non c’è'”, ha sottolineato.

Il commissario all’emergenza Covid ha poi aggiunto che “negli ultimi 10 giorni i miei uffici hanno distribuito il 10 per cento delle attrezzature per la terapia intensiva, pari a quelle distribuite negli ultimi 60 anni”, ha aggiunto Arcuri, sottolineando come in precedenza “il sistema sanitario non è stato considerato un fattore competitivo” e che “negli ultimi 30 anni sia la salute che la scuola non sono stati considerati elementi cruciali su cui investire”. Sulla scuola, secondo il commissario, è stato fatto molto rispetto agli anni passati: “In tre mesi abbiamo comprato, fatto produrre e distribuito 2,4 milioni banchi monoposto, dotazione pari a 12 anni di produzione italiana”.

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