Sarebbero due bresciani di di 52 e 51 anni gli autori dellattentato dinamitardo al centro vaccinale di via Morelli la mattina del 3 aprile scorso

Questa mattina i Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Brescia, hanno arrestato, Paolo Pluda, 52 anni di Brescia e Nicola Zanardelli, 51 anni di Monticelli Brusati.
I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Brescia dott.ssa Alessandra Sabatucci, su richiesta della  Procura della Repubblica diretta dal Dr. Francesco Prete.

I due arrestati sono “gravemente indiziati dei delitti di atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi (art. 280 bis c.p.) e porto e detenzione di armi da guerra (art. 4 l. 895/67) commessi ai danni del centro vaccinale di via Morelli a Brescia”.
Contestualmente all’arresto i militari hanno eseguito perquisizioni nelle province di Brescia e Verona nei confronti di alcune persone che avevano rapporti con gli indagati.

In particolare, il provvedimento cautelare è il risultato delle indagini condotte dal Dipartimento antiterrorismo della Procura di Brescia e dai Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Brescia, coordinati dal sostituto procuratore dott. Francesco Carlo Milanesi e dall’aggiunto Dott. Silvio Bonfigli, sull’attentato al centro vaccinale di via Morelli a Brescia lo scorso 3 aprile. quando due individui lanciarono due ordigni incendiari del tipo “molotov” causando danni ad uno dei padiglioni.

“L’incendio alimentato dagli ordigni – non propagatosi all’intero padiglione solo per la resistenza ignifuga della tensostruttura e per altre cause fortuite- era potenzialmente idoneo a causare danni devastanti alla struttura nella quale erano stoccate diverse centinaia di dosi di vaccino nonché altro materiale infiammabile, danni che avrebbero potuto ripercuotersi negativamente sulla campagna vaccinale anti COVID 19. A pochi metri dal principio di incendio corrono cavi elettrici che se fossero stati interessati dalle fiamme avrebbero interrotto l’alimentazione della catena del freddo così rendendo inutilizzabili i vaccini. Nel sito colpito vengono infatti somministrate circa 1000 dosi di vaccino al giorno”.

“Le indagini, – scrivono i Carabinieri nella nota diffusa in mattinata – condotte in tempi brevi anche mediante il ricorso alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, si sono subito concentrate sull’analisi dei sistemi di videosorveglianza e rilevazione targhe dei veicoli presenti sul territorio del Comune di Brescia, consentendo di individuare quello utilizzato dagli attentatori per raggiungere l’area e indirizzare le investigazioni sulla figura Paolo Pluda, il quale, sebbene incensurato e mai emerso in indagini di criminalità eversiva, evidenziava una convinta adesione alle tesi negazioniste e no vax ,con una marcata ostilità nei confronti delle Istituzioni in relazione alla gestione della crisi sanitaria in atto”.

“Le indagini – prosegue la nota – consentivano inoltre di individuare anche Nicola Zanardelli, soggetto appartenente alla cerchia relazionale del Pluda e risultato anch’egli convintamente orientato, dal punto di vista ideologico, verso le interpretazioni più violente ed oltranziste delle tematiche populiste, no vax ed anti-istituzionali, manifestate in particolare attraverso il web e i social networks.
La svolta nelle indagini avveniva dall’isolamento di alcune immagini che fornivano la prova della preparazione degli ordigni da parte degli indagati”.

“Dalle risultanze investigative – concludono i Carabinieri – è emersa la chiara volontà dei presunti attentatori di bloccare e sabotare la campagna vaccinale in corso, intimidendo la popolazione ed alimentando il clima d’incertezza del particolare momento storico, nonché di reiterare nel breve termine ulteriori azioni violente e di danneggiamento. È significativo infatti la circostanza che il Pluda la mattina poco prima dell’attacco abbia postato sul proprio profilo Facebook la frase “se vogliamo distruggere il nemico dobbiamo usare la stessa arma “la paura” e la loro paura è la nostra unione. Non ci sono altre soluzioni”.