Identificato, fermato, interrogato e, inchiodato da elementi inconfutabili ha confessato l’omicidio.

Nella notte i Carabinieri di Brescia hanno risolto il giallo della donna trovata a pezzi a Borno il 20 marzo scorso.

La vittima si chiamava Charlotte Angie.

Questa mattina, alle 04,30, i Carabinieri del Comando provinciale di Brescia e della Compagnia di Breno hanno arrestato uomo di 43 anni residente nel milanese.

Un provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Brescia, dr.ssa Lorena Ghibaudo, per i reati di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere.

Il provvedimento è giunto al termine di serrate indagini condotte da Procura e Carabinieri dopo il ritrovamento, avvenuto il 20 marzo scorso, del corpo di una donna fatto a pezzi e gettato in un dirupo nelle montagne di Borno, in Valcamonica.

Il ritrovamento è avvenuto grazie a un cittadino del luogo che, accortosi della presenza di quattro bustoni neri, utilizzati per la spazzatura, ne aveva aperto uno, rinvenendo pezzi di cadavere umano e in particolare, tra i pochi identificabili, una mano di donna.

Per arrivare all’identificazione della donna gli investigatori avevano pubblicato un comunicato nel quale erano stati descritti alcuni tatuaggi ancora parzialmente visibili sul corpo della donna. Mossa che si è rivelata vincente in quanto ha consentito ad alcune persone – anche residenti in altre regioni – di mettersi in contatto con i militari per comunicare loro che quei tatuaggi potevano appartenere a una donna molto conosciuta negli ambienti del cinema porno.

Identificata la donna, i carabinieri hanno potuto verificare che l’auto utilizzata da Charlotte era transitata domenica 20 marzo scorso, proprio in territorio di Borno, condotta da un uomo in precedenza aveva utilizzato la stessa auto in quanto era stato fermato per un casuale controllo.

Ieri, il 43enne, si è presentato dai Carabinieri per fornire informazioni sulla donna scomparsa ma il suo racconto è subito risultato contraddittorio rispetto alle informazioni raccolte durante le indagini.

Il magistrato e i carabinieri, che nel frattempo avevano raccolto elementi che collocavano l’uomo in territorio di Borno la mattina di domenica 20, lo hanno sottoposto a una serie di contestazioni, anche in sede di formale interrogatorio, che si è svolto nel corso della notte alla presenza del difensore.

L’uomo ha quindi confessato l’omicidio e l’occultamento del cadavere avvenuto a gennaio 2022, prima riponendolo in un congelatore nella casa della stessa vittima e poi, una volta fatto a pezzi, gettandolo nel dirupo di montagna.

Il racconto fornito dall’uomo ha chiarito molti particolari, ma su di essi, il lavoro della Procura di Brescia e dei Carabinieri continua alla ricerca dei riscontri necessari.