Ci risiamo potremmo dire. Proprio in uno dei periodi più “caldi” sul tema dell’inquinamento a Brescia, ritroviamo quello da polveri sottili, tipico del periodo invernale.
Per legge i valori di Pm10, pari a 50 microgrammi, non andrebbero superati per più di 35 volte in un anno. Siamo al 31 ottobre e l’abbiamo superato già 31 volte. Un dato che Bresciaoggi evidenzia in prima pagina facendo i raffronti con la situazione degli anni precedenti.
Nei primi dieci mesi del 2018 i livelli di Pm10 erano stati 32 ma poi altri 15 ad andare a fine anno.
Eh si, perchè è ora che inizia il periodo critico con l’accensione degli inquinati di riscaldamento.
L’anno in assoluto peggiore e da augurarsi di non replicare era stato il 2017: alla fine di ottobre erano già 51 i giorni in cui l’aria era stata irrespirabile, 73 prima di Capodanno, più del doppio di ciò che consente la legge.
E anche il 2016 fu davvero disastroso, 57 prima della fine dell’anno ma con un record negativo difficile da battere: a dicembre ci furono 21 giorni consecutivi in cui il livello di pm10 nell’aria era superiore a 50 microgrammi per metrocubo.
Il Comune per voce dell’assessore all’Ambiente Miriam Cominelli precisa che da solo non può fare molto e avanza due richieste: a Regione Lombardia perché estenda l’obbligo di applicare le limitazioni dopo quattro giorni consecutivi di superamento dei limiti anche ai comuni che oggi non sono tenuti a rispettare questa regole e al Governo perché decida un abbassamento dei limiti di velocità nei tratti autostradali che attraversano la città