Si chiama “tariffa puntuale” e, detto così non è per i più chiarissimo. Allora ci pensa lo slogan a chiarire il concetto “paga per quello che butti”.

La proposta arriva dalla neonata Associazione Brescia Green che chiede al Comune di Brescia di applicare il concetto di pagamento per i rifiuti realmente prodotti da privati e aziende.

“Se l’energia elettrica o l’acqua ognuno di noi – dice Gianluigi Fondra – la paga secondo la quantità consumata, perchè non deve valere per i rifiuti prodotti? E, si parla dei rifiuti non riciclabili, quelli che finiscono nel cassonetto del generico?”.

Ora la tariffa della TARI è calcolata esclusivamente con parametri “strutturali” ad esempio sui metri quadrati dell’abitazione o di uffici, capannoni ma non per la quantità di rifiuti prodotti – sottolineano a Brescia Green.

E quindi capita – aggiunge Angelamaria Paparazzo – che un bar di periferia paghi esattamente quanto un bar in pieno centro nonostante la produzione di rifiuti sia decisamente differente, se non per la mole di lavoro.

Nel bresciano sono già 40 i comuni che hanno introdotto la “tariffa puntuale”, da comuni di piccole dimensioni come Adro, Barghe o Berlingo a comuni decisamente più grandi di dimensioni come Montichiari, Bagnolo Mella, Rovato o Ghedi e in tutti i casi i cittadini hanno pagato meno rispetto alla precedente tariffa.