La primavera è ufficialmente iniziata già da qualche giorno, ma uno dei passaggi che più rappresenta l’arrivo della bella stagione ci sarà fra sabato e domenica: il cambio dell’ora. Si passa dall’ora solare a quella legale, il prossimo cambio sarà alla fine di ottobre quando torneremo alla stagione fredda.

In pratica, per evitare errori e ritardi, è tutto molto semplice. Alle 2 della notte fra sabato e domenica bisogna spostare in avanti le lancette di un’ora e si passerà così alle 3. Se da un lato si dà così il benvenuto ai mesi caldi, dall’altro significa che quella notte dormiremo un’ora in meno.

Il cambio dell’ora è una consuetudine che caratterizza la vita di tutti noi. Ma come mai viene fatto? In estrema sintesi potremmo dire per risparmiare. L’obiettivo del cambio è infatti quello di sfruttare quanto più possibile le ore di luce e di giusta conseguenza consumare meno energia. Basti pensare che con i sette mesi di ora legale in Italia lo scorso anno si sono risparmiati ben 450 milioni di kWh che significa circa 105 milioni di euro. Le ricadute positive però non riguardano solo risparmi economici ed energetici. Il minor consumo elettrico, infatti, ha consentito al Paese di evitare emissioni di CO2 in atmosfera per circa 215 mila tonnellate.

Nel periodo primavera-estate i mesi che segnano il maggior risparmio energetico sono aprile e ottobre. Spostando in avanti le lancette di un’ora si ritarda, infatti, l’uso della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi l’effetto ‘ritardo’ nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate e fa registrare valori meno evidenti in termini di risparmio elettrico.

In Europa il cambio è in vigore dal lontano 1976 e ormai da anni è stata ventilata da più parti e a più riprese la sua abolizione. Nel 2019 il Parlamento europeo l’ha votata a larga maggioranza, ma è stata lasciata libertà di scelta ai singoli Paesi.