Un vasto sistema di fatture false per oltre 100 milioni di euro è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Desenzano del Garda e Castiglione delle Stiviere nell’ambito dell’operazione “Redivivus”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia (pm Claudia Passalacqua). Le indagini, partite dalle segnalazioni di operazioni sospette trasmesse da banche, avvocati e consulenti, hanno permesso di ricostruire un mercato illecito che alimentava anche la filiera economica lecita.

Al centro delle indagini tre indagati bresciani, tra cui il titolare di un’azienda con sede in provincia, che avrebbe gestito parallelamente un’attività regolare e una parte occulta.

Il sodalizio criminale emetteva fatture per operazioni inesistenti nel settore del commercio e della lavorazione di metalli ferrosi, consentendo ai clienti di abbattere la base imponibile e nascondere redditi. Il denaro transitava su conti esteri per poi rientrare in contanti agli utilizzatori, al netto delle commissioni che oscillavano tra il 5% e il 22%. In altri casi, il circuito si appoggiava a soggetti di origine cinese in grado di fornire liquidità con una provvigione del 3%.

Le perquisizioni, ancora in corso, sono state eseguite anche senza ordinanza, con sequestri d’urgenza in contesti ritenuti “caldi”. Oltre trenta militari hanno effettuato controlli in abitazioni e uffici aziendali tra Brescia e Mantova. In un’azienda sono stati trovati 260mila euro in due borse della spesa colme di contanti, a cui se ne sono aggiunte altri 60mila nascosti nelle mensole e in altri luoghi per un totale di 320mila euro, sequestrati insieme ad altra documentazione.

L’operazione attualmente non vede persone arrestate. La volontà degli investigatori è stata infatti quella di procedere subito con i sequestri d’urgenza per cristallizzare la situazione, senza attendere le eventuali ordinanze di custodia. Con il passare del tempo infatti, il rischio era quello di non trovare più nulla.

La Finanza sottolinea inoltre che l’operazione non è solo un contrasto all’evasione, ma anche un sostegno alle imprese sane, costrette a competere con chi si avvantaggia di sistemi fraudolenti.