La richiesta di un’indagine internazionale sulla duplice esplosione che ha colpito martedì il porto di Beirut mira a disperdere la verità. Lo ha dichiarato oggi il presidente libanese, Michel Aoun, secondo quanto riferisce il suo profilo Twitter ufficiale. “Qualsiasi verdetto ritardatario non ha senso se viene reso noto tardivamente e la magistratura deve essere rapida”, ha affermato. Aoun ha ricordato di aver chiesto personalmente al presidente francese, Emmanuel Macron, “di fornire le immagini aeree (al momento della deflagrazione) in modo da poter determinare se ci fossero aerei o missili nell’aria. Se queste immagini non sono disponibili da parte dei francesi, le richiederemo ad altri paesi”.

Aoun ha sottolineato che le indagini stanno verificando come sono entrati i materiali esplosivi nel porto, come sono stati collocati e come sono stati stoccati per sette anni, mentre si sono alternati governi e funzionari. Il capo dello Stato libanese è intervenuto anche sulle cause dell’esplosione. “Ci sono due possibilità per quello che è successo, a causa di negligenze o per interferenza esterna tramite un missile o una bomba”, ha affermato. A livello di politica interna, Aoun ha affermato che “la sovranità libanese non sarà influenza sotto il suo mandato”.

Mentre sui social network circolano appelli per una manifestazione contro il governo del Libano con lo slogan “impiccateli”, da tenersi domani, alcuni attivisti hanno eretto oggi per protesta un patibolo nella piazza dei Martiri, nel centro della capitale Beirut. Lo riporta il quotidiano libanese “L’Orient – Le jour”. Gli attivisti richiedono che i responsabili della doppia esplosione che martedì ha devastato il porto di Beirut siano chiamati a rendere conto delle proprie azioni. Nella piazza dei Martiri si trova la sepoltura dell’ex primo ministro libanese Rafik Hariri, ucciso nel 2005 in un attentato insieme ad altre 21 persone.

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