La speranza è l’ultima a morire, recita un detto. Ma la speranza di per se non può nulla spesso di fronte alla burocrazia. E’ il caso di Mootaz Chaanbi, il tunisino marito di Daniela Bani uccisa il 22 settembre del 2014 con 39 coltellate. L’uomo è da una settimana rinchiuso nel carcere di Tunisi dove si era rifugiato per sfuggire alla cattura e alla prigione in Italia. Una latitanza durata quattro lunghi anni fino alla cattura dei giorni scorsi. «Mi auguro che venga estradato» è il grido di dolore della mamma di Daniela Bani. Mootaz Chaanbi è stato condannato a 30 anni in primo e secondo grado ma nonostante ciò potrebbe non lasciare mai il suo paese d’origine. La pena non è ancora definitiva perchè pende un ricorso in Cassazione che sarà discusso a settembre. Due ora le strade percorribili: la Tunisia, rifiutando l’estradizione farà scontare a Chaanbi la pena a 30 anni in un carcere di Tunisi. La seconda ipotesi è un processo per omicidio sul suolo tunisino a carico del 39 enne. A breve la decisione.