Un dialogo unico ed emozionante. Sono forse queste le parole che descrivono al meglio la nuova installazione presente da oggi nel Capitolium di Brescia: da un lato c’è la padrona di casa, la Vittoria Alata, dall’altro il Pugilatore in riposo arrivato nei giorni scorsi dal Museo Nazionale Romano.

Unico perché è la prima volta che avviene e con tutta la probabilità sarà anche l’ultima. Emozionante perché trovarsi in questo dialogo nella storia non può non esserlo. A contorno un’installazione contemporanea che rende il tutto se possibile ancor più particolare grazie al lavoro del maestro Juan Navarro Baldeweg.

Il Pugilatore in riposo e la Vittoria Alata hanno cronologie diverse (datato variamente tra il IV e I secolo a.C. il Pugile e alla metà del I secolo d.C. la Vittoria Alata) e differenti storie della prima parte della loro “vita”; l’atleta certamente esposto in uno spazio pubblico – forse in Grecia – e oggetto di ammirazione come indicano le superfici consunte dalle carezze degli ammiratori, la Vittoria Alata probabilmente esibita nell’area del tempio, a Brescia, quale ex voto donato dall’imperatore Vespasiano.

A Brescia le due statue sono esposte proprio nell’aula del Capitolium di età imperiale con un nuovo spettacolare allestimento curato dall’architetto Baldeweg, già autore della suggestiva collocazione della Vittoria.

Esporle insieme, accostate in un gruppo moderno, frutto di un processo di rigenerazione delle opere in chiave contemporanea, riprende una prassi di origini antiche, quando nei santuari in Grecia venivano conservate ed esposte statue spesso legate solo da un continuum ideologico/politico, la cui disposizione poteva quindi cambiare a seconda dell’epoca e della mentalità, a creare nuovi messaggi e significati.

L’interpretazione di Juan Navarro Baldeweg trasforma le due statue in un unicum artistico contemporaneo, in linea con la strategia culturale di contaminazione tra antico e moderno per creare un linguaggio oggi comprensibile. Un’occasione per ridurre la distanza che ha separato le due opere in antico, con una triangolazione di elementi che grazie all’allestimento permetterà comunque di comprenderla, ma nello stesso tempo di cogliere i numerosi fili rossi che le legano. Nello spazio dell’aula del Capitolium si insinua un racconto visivo, spaziale, in cui l’invocazione del Pugile, che chiede protezione, si incanala attraverso il riflesso speculare della Vittoria Alata, con contrappunti armonici e l’aiuto di un cristallo specchiante, che portano lo spettatore a prendere parte, nel raggio di pochi metri, a una narrazione concettuale sui valori assoluti che i due capolavori rappresentano ancora oggi per l’uomo contemporaneo.

La mostra aprirà al pubblico domani, 12 luglio, e sigla la significativa collaborazione istituzionale tra i due Musei, quello romano e quello bresciano. Il Pugile e la Vittoria costruisce l’ideale legame tra il patrimonio archeologico dell’Urbe, unico al mondo, e quello di Brescia, la Brixia latina, oggetto di un esemplare programma di valorizzazione e riqualificazione che Fondazione Brescia Musei ha intrapreso con l’installazione della Vittoria Alata.