“Abbiamo investito 110 milioni di euro per recuperare il calore dai fumi del camino del termovalorizzatore. Fumi che hanno consentito di produrre energia termica per riscaldare 12.500 famiglie a parità di rifiuti trattati”.
Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A ha inaugurato così, con queste parole, “la nuova tecnologia” che rende il Termoutilizzatore di Brescia ancora più efficiente e sostenibile, compiendo un ulteriore passo verso la decarbonizzazione.

45 milioni (dei 110 investiti) sono stati impiegati per abbattere le emissioni. Emissioni che -dice A2A- sono già ampiamente sotto i limiti di legge ma che subiranno ora un nuovo taglio del 40%.

L’INTERVISTA

La nuova tecnologia è stata inaugurata oggi alla presenza delle massime autorità civili e militari della città. Presente anche il Presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana.

PORTE APERTE AL TERMOUTILIZZATORE A TUTTI I CITTADINI IL 3 E 10 MARZO 2024

Per consentire a tutti i cittadini di toccare con mano il funzionamento del termoutilizzatore e le sue caratteristiche, domenica 3 e domenica 10 marzo l’impianto sarà aperto per visite guidate gratuite (info: www.eventia2a.it/tubrescia).

UN “LABORATORIO” A “MODELLO BRESCIA”

Quello che 50 anni fa è nato come un laboratorio, con la prima rete di teleriscaldamento in Italia, oggi è il modello Brescia: un sistema integrato energia-ambiente in grado di coniugare produzione di energia elettrica e calore, teleriscaldamento e gestione del ciclo dei rifiuti, azzerando
il ricorso alla discarica.

Un processo virtuoso che è stato ulteriormente migliorato. Si è infatti concluso il progetto di “flue gas cleaning” con l’avvio su tutte le tre linee dei nuovi sistemi di trattamento fumi e recupero di energia che consentiranno di immettere nella rete di teleriscaldamento 164 GWh/anno di calore aggiuntivo ad impatto ambientale nullo, massimizzando il rendimento dell’impianto e restituendo ai cittadini la quasi totalità dell’energia potenziale contenuta nei rifiuti sotto forma di energia elettrica e termica. Una best practice sul fronte della transizione ecologica che, oltre a rimettere in circolo il calore presente nei fumi, taglierà ulteriormente le emissioni, i cui valori, già ampiamente sotto la soglia di legge, saranno mediamente ridotti del 40%.

L’impianto recupera ogni anno energia elettrica e termica da circa 720.000 tonnellate di rifiuti non altrimenti riciclabili, evitando lo smaltimento in discarica e al tempo stesso, il ricorso a combustibili fossili per riscaldare e fornire energia elettrica alla città. Le tre linee del termoutilizzatore generano oltre il 70% del calore distribuito dalla rete di teleriscaldamento (861 Gwh termici nel 2023) ed energia elettrica pari al fabbisogno di 180.000 famiglie (506 Gwh nel 2023).

Numeri che consentono di risparmiare circa 160mila tonnellate equivalenti di petrolio l’anno, evitando l’emissione in atmosfera di 830mila tonnellate di CO2 (dato 2023), pari all’anidride carbonica assorbita da oltre 5 milioni di alberi1
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Se il modello Brescia, dove tutti i rifiuti vengono recuperati o come materia o come energia e nulla va in discarica, fosse applicato anche al resto del Paese, l’Italia farebbe un passo avanti nella transizione ecologica.

L’Italia deve infatti ancora colmare un gap impiantistico nella gestione dei rifiuti: oggi smaltisce circa il 19% dei propri rifiuti in discarica, un valore lontano dal target europeo del 10% fissato per il 2035, mentre a Brescia si è raggiunto lo 0%.