Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini questa mattina era in piazza a Bruxelles insieme a circa 3000 associati per chiedere alle istituzioni europee una maggiore semplificazione nelle regole della Politica agricola comune. Sono partiti dalla stazione di Luxembourg e hanno raggiunto Rue de la Loi, a pochi passi dal Parlamento europeo a Bruxelles. Presenti anche imprenditori agricoli bresciani guidati dalla presidente Laura Facchetti e dal direttore Massimo Albano.

“Se non cambia l’approccio la situazione peggiorerà – ha detto Prandini – le promesse fatte dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen vanno in questa direzione ma ai ministri chiediamo certezza per quanto riguarda tempistiche nelle modifiche dei regolamenti, altrimenti si rischia che i tempi di Bruxelles non combaciano con le tempistiche di cui le imprese hanno bisogno per sopravvivere”.

Tra le proposte del piano presentato da Coldiretti emerge “lo stop alla burocrazia e all’aumento dei costi che danneggiano gli agricoltori italiani; incrementare gli aiuti alle aziende per contrastare la crisi e l’aumento dei tassi di interesse; garantire una moratoria sui debiti; rafforzare la direttiva europea contro le pratiche sleali e cancellare definitivamente l’obbligo dei terreni incolti”.

Coldiretti e l’invasione del cibo straniero

“Per quanto riguarda poi il caso del grano ucraino, per evitare che l’afflusso di grandi quantità di cereali sul mercato europeo possa far crollare le quotazioni, con il prezzo pagato agli agricoltori italiani che è oggi rischia di essere al di sotto dei costi di produzione”, Coldiretti propone di utilizzare parte dei fondi Ue messi a disposizione per l’emergenza ucraina per acquistare e stoccare in magazzini europei i prodotti cerealicoli.

“In questo modo – continuano – si eviterebbe la destabilizzazione del mercato comunitario e al tempo stesso si potrebbe valorizzare il ruolo geopolitico dell’Europa nella lotta all’insicurezza alimentare di queste aree, sulle quali cresce sempre più l’influenza di Paesi come la Russia”.

“Dal grano di Putin a quello canadese fatto seccare con il glifosato, mai così tanto cibo straniero è arrivato in Italia con il valore delle importazioni agroalimentari dall’estero che nel 2023 hanno raggiunto il record di 65 miliardi di euro – denuncia Coldiretti – Il prodotto simbolo di questa invasione è senza dubbio il grano”.

“Ma a pesare ci sono anche gli accordi commerciali agevolati che portano in Italia prodotti coltivati spesso con l’uso di pesticidi vietati nell’Unione Europea – concludono – che fanno concorrenza sleale ai prodotti italiani, deprimono i prezzi pagati ai produttori e rappresentano una minaccia per la salute dei cittadini”.