Sono 968 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 745 in occasione di lavoro (+3,2% rispetto a novembre 2022) e 223 in itinere (-21,5% rispetto a novembre 2022).


E Brescia, purtroppo, continua a detenere un triste primato con 30 morti, peggio di noi solo Napoli, con 34 morti, Milano e Roma entrambe con 33 vittime .

I dati sono dell’Osservatorio Vega che ha fotografato i primi 11 mesi del 2023, fino al 30 novembre scorso.

La maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (123) va ancora una volta alla Lombardia. Seguono: Campania (70), Veneto (69), Emilia Romagna (64), Piemonte (60), Puglia (57), Lazio (54), Sicilia (47), Toscana (31), Abruzzo (29), Umbria (21), Calabria (20), Marche (19), Friuli Venezia Giulia (18), Liguria (17), Sardegna (16), Trentino Alto Adige (14), Basilicata (10), Molise (5) e Valle d’Aosta (1).

Nei primi undici mesi del 2023 è sempre il settore delle Costruzioni a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 139. È seguito dal settore dei Trasporti e Magazzinaggio (97), dalle Attività Manifatturiere (96) e dal Commercio (61).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (272 su un totale di 745).

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a novembre 2023 sono 47, mentre 28 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 142, mentre sono 38 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Il mercoledì risulta il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi undici mesi dell’anno (20,2%).

DENUNCE DI INFORTUNIO IN DIMINUIZIONE DEL 16,8% RISPETTO AL 2022, MA …

Le denunce di infortunio totali sono in diminuzione del 16,8% rispetto a fine novembre 2022. Erano, infatti, 652.002 a fine novembre 2022, nel 2023 sono scese a 542.568. E il decremento risulta essere sempre maggiormente rilevante, come del resto nei mesi precedenti, nel settore della Sanità; lo scorso anno a fine novembre le denunce erano 80.256 mentre a fine novembre 2023 sono diventate 38.241. D’obbligo sottolineare anche questa volta come il decremento sia dovuto alla “quasi totale estinzione” degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche.

Anche dopo i primi undici mesi del 2023, il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (70.161); seguono: Sanità (38.241), Costruzioni (34.237), Trasporto e Magazzinaggio (31.744) e Commercio (29.834).

Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane da gennaio a novembre 2023 sono state 191.686, quelle dei colleghi uomini 350.882.

Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono state 455.140 da gennaio a novembre 2023: sono 305.795 gli uomini e 149.345 le donne. Le denunce di infortunio degli italiani sono 362.463, mentre degli stranieri sono 92.677.

La fascia più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 126.160 denunce (il 23,3% del totale).

Sempre allarmante il dato relativo alle denunce degli infortuni dei giovanissimi. Fino ai 14 anni si rilevano 45.890 denunce (circa l’8,5% del totale).

COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI?

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.