Sembra essere iniziata la tanto annunciata offensiva russa nell’area orientale dell’Ucraina. Da ieri sera le forze russe hanno dato il via a una serie di attacchi aerei e con mezzi di artiglieria lungo un fronte che si estende da Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina situata nell’area orientale del Paese, a Mariupol, il porto sulle coste del Mar d’Azov da settimane sotto assedio.

Il presidente ucraino, Volodimyr Zelensky, ha annunciato di fatto l’inizio della “battaglia per il Donbass” che le truppe russe “stavano preparando da molto tempo”. Visibilmente preoccupato dal fatto che “una gran parte dell’intero esercito russo è concentrato su quest’offensiva”, Zelensky si è comunque mostrato determinato affermando che “non importa quanti militari russi verranno trasferiti in quest’area: combatteremo!”.

Il timore, tuttavia, è che la nuova offensiva russa possa essere molto più dura della prima che, per molti versi, si è rivelata fallimentare. L’esercito russo si è riorganizzato e l’obiettivo è evitare nuovi scenari come quelli visti a Kiev, la capitale dell’Ucraina, che le forze di Mosca non sono riuscite a circondare e cingere d’assedio.

Secondo il dispaccio dello Stato maggiore ucraino pubblicato questa mattina, la Russia ha intensificato le operazioni offensive e d’assalto nel Donbass per stabilire il pieno controllo del territorio delle regioni di Donetsk e Luhansk. Secondo i vertici militari ucraini, i combattimenti più intensi sono in corso nei distretti di Slobozhansky e Donetsk.

In particolare nel Donbass l’esercito ucraino ha respinto sette attacchi nemici e distrutto dieci carri armati, 18 unità corazzate, otto veicoli, un sistema di artiglieria e un mortaio. Inoltre, per rafforzare le capacità offensive, le truppe russe continuano a raggruppare unità aggiuntive sul territorio della regione di Rostov e della Crimea.

“Si prevede di utilizzarle a supporto delle operazioni di combattimento delle principali forze nel secondo scaglione, per proteggere edifici amministrativi e importanti strutture infrastrutturali nei territori occupati”, si legge nel comunicato. Secondo le informazioni in possesso dello Stato maggiore ucraino, queste unità di supporto saranno pienamente costituite “entro il 24 aprile”.

La risposta internazionale

La rinnovata offensiva russa in Ucraina ha convinto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, a convocare una videoconferenza per questo pomeriggio con i leader del G7 – per l’Italia parteciperà il presidente del Consiglio Mario Draghi –, Polonia, Romania, i vertici dell’Unione europea e della Nato sull’Ucraina.

I leader discuteranno del potenziale invio all’Ucraina di armi pesanti come carri armati e aerei da combattimento, rispondendo così a una richiesta che il presidente Zelensky ha avanzato diverse settimane fa. Un tema sensibile soprattutto per la Germania, dove si registra una spaccatura in seno alla coalizione con membri dei Verdi e del Partito liberaldemocratico (Fdp) che sostengono che la cancelleria dovrebbe autorizzare l’invio di armamenti pesanti.

Tale posizione è stata osteggiata sinora da vari esponenti del Partito socialdemocratico (SpD), secondo cui tuttavia ciò potrebbe avvenire “solo” in coordinamento con la Nato e gli Stati Uniti. La riunione odierna potrebbe risolutiva in tal senso e far esprimere direttamente il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, invitato da più parti a intervenire direttamente sull’argomento.

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