“Alla Comunità della provincia di Brescia

Oggi la Polizia di Stato celebra il 169° Anniversario della sua fondazione, nel giorno del quarantennale della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge 121/1981 che ha riformato l’Amministrazione della Pubblica Sicurezza.
Per il secondo anno la nostra festa è oscurata dalla gravissima emergenza sanitaria che continua a piegare il Paese con un numero di lutti enorme, accostabile oramai a quello di una guerra. Avremmo voluto festeggiare tra la gente di Brescia, per trasmettere ancora una volta l’orgoglio di appartenere alla Forza dell’ordine che ha il compito “…di tutelare le libertà e i diritti dei cittadini, di vigilare sull’osservanza dell’ordinamento giuridico, di garantire l’ordine e la sicurezza pubblica, la prevenzione e la repressione dei reati e di prestare soccorso in caso di calamità…”, ma la sobrietà imposta dall’emergenza sanitaria lo impedisce.

Il legislatore del 1981, in piena lotta al terrorismo politico e allo stragismo eversivo, nell’indicare che la Polizia di Stato deve esercitare le proprie funzioni al servizio delle istituzioni democratiche e dei cittadini sollecitandone la collaborazione, ha espresso il principio democratico che si impone nel rapporto tra autorità e libertà.
La riforma, partorita dopo un complesso dibattito politico, oltre a dettare i cardini delle responsabilità delle Autorità di pubblica sicurezza, ha statuito l’ordinamento civile della Polizia di Stato, riconoscendo ai suoi lavoratori il diritto di organizzarsi in sindacati, il diritto delle donne di farne parte senza alcuna discriminazione economica o professionale, riconoscendo la parità di genere, ed ha previsto nuove carriere che si attagliavano al livello culturale oramai raggiunto dai giovani italiani. La Polizia di Stato si è vista così precorritrice di grandi temi innovativi.

Esserci sempre è il tema della nostra ricorrenza ed è la guida del nostro impegno.
Da oltre un anno, le stringenti misure sanitarie hanno innescato una crisi economica senza precedenti, che con la sue pesantissime ricadute sta scuotendo l’intera Nazione, dando vita a nuove povertà economiche e sociali. E’ aumentato il numero di coloro che si trovano in situazioni di bisogno e sono molti quelli che ogni giorno devono fare i conti con l’incertezza economica e con l’isolamento. Per la sua gravità, questa crisi è stata additata come la seconda notte della nostra Repubblica.

In quest’ora così buia, il Presidente del Consiglio ha tenuto a sottolineare come la sicurezza sia la precondizione della tenuta sociale. E’ da tempo, oramai, che la sicurezza non è più considerata solo come prevenzione dalle condotte devianti, ma un vero e proprio diritto di libertà, perché frenando le situazioni di degrado allontana pregiudizi ed intolleranza, elimina ostacoli allo sviluppo economico e favorisce la socialità.
Da oltre un anno il nostro compito è più complicato, per l’onere di assicurare il rispetto di regole sì dettate a tutela della salute pubblica ma che incidono pesantemente sulla libertà e socialità di chiunque. Non è infrequente per un operatore della Polizia di Stato trovarsi di fronte all’irritazione di chi è stanco dei limiti posti alla propria vita personale o in ansia per il proprio futuro.
Sia ove si imponga il rigore della contestazione o nei casi in cui ci sia consentita la tolleranza, sappiamo di contribuire alla tenuta della coesione sociale, che mai come in questo periodo è stata a rischio. Il nostro modo di Esserci sempre in questo momento è la continua presenza per le strade, massima capacità di ascolto per chiunque chieda aiuto, la vicinanza alle vittime dei reati.

La Polizia di Stato e i suoi appartenenti sono tra i custodi delle libertà del paese, concorrendo alla sconfitta del terrorismo politico e alla disgregazione delle più pericolose organizzazioni mafiose, con un prezzo altissimo di vite umane. Oggi teniamo a ricordare i poliziotti caduti nell’adempimento del dovere perché siamo loro debitori, in quanto il loro sacrificio e la loro memoria hanno contribuito al riconoscimento sociale della nostra funzione. Il nostro pensiero, in particolare, va ad Angelo Pellegrino, Morello Alcamo e Domenico Prosperi, caduti nell’adempimento del dovere nel territorio di Brescia, e a Battista Prati originario di questa terra.

In questo momento drammatico noi faremo la nostra parte per adempiere al nostro giuramento e perché è un dovere verso tutti coloro che sono rimasti indietro. Giunga il nostro saluto alla visiera alla operosa comunità della provincia di Brescia di cui ci sentiamo parte attiva e alla quale assicuriamo il nostro impegno e soprattutto quella passione ed entusiasmo che sono il valore aggiunto della nostra Amministrazione.
Viva la Polizia di Stato, viva la Repubblica”.

Questa è la lettera scritta a tutti i bresciani da questore Giovanni Signer in occasione di questo anniversario.