Una specie su dieci di api e farfalle europee è minacciata di estinzione e una specie su tre vede la propria popolazione in declino. Anche se in tutta l’Unione Europea – Regno Unito compreso – 17 milioni di alveari e 600 mila apicoltori producono ogni anno circa 250 mila tonnellate di miele.

In occasione della “Giornata mondiale delle Api” del 20 maggio, istituita nel 2017 dalle Nazioni Unite per sensibilizzare sull’importanza di questi insetti, ora sotto minaccia di estinzione, l’Ispra ha realizzato il Quaderno “Il declino delle api e degli impollinatori. Le risposte alle domande più frequenti”.

Quasi il 90 per cento delle piante selvatiche da fiore – fa presente Ispra – ha bisogno di impollinatori per riprodursi: api, vespe, farfalle, coccinelle, ragni, rettili, uccelli. Queste piante sono fondamentali per il funzionamento degli ecosistemi e la conservazione delle specie e degli habitat e in generale delle diversità biologica, che rappresenta la base della nostra esistenza e delle nostre economie.

Nel processo di produzione alimentare, oltre il 75 per cento delle principali colture agrarie beneficia dell’impollinazione, operata da decine di migliaia di specie animali (almeno 16 mila tra gli insetti) in termini di produzione, resa e qualità dei raccolti. Le colture agrarie interessate dall’impollinazione – ricorda la nota – includono cereali, frutta e verdura, essenziali per le diete animali e l’alimentazione umana, nonché combustibili, fibre come cotone e lino e materiali da costruzione.

La produzione agricola mondiale direttamente associata all’impollinazione animale rappresenta un valore economico stimato tra 235 e 577 miliardi di dollari. Secondo una rete di ricerca internazionale, coordinata dall’Istituto di apicoltura dell’Università di Berna, la morte in massa di api in Europa è un problema grave e in aumento di anno in anno. I dati disponibili evidenziano infatti un aumento dal 5-10 per cento al 25-40 per cento nelle morti invernali delle api e crescenti morie durante il periodo primavera-estate.

Il declino degli impollinatori è associato a una serie di fattori che spesso agiscono in sinergia tra loro: distruzione, degradazione e frammentazione degli habitat, inquinamento da agenti fisici e chimici, cambiamenti climatici e diffusione di specie aliene invasive.