“L’Africa rappresenta attualmente il 46% dei quasi mille casi di Omicron segnalati in 57 Paesi in diverse regioni del mondo, e finora sono “solo 10” i Paesi africani in cui sono stati rilevati casi”. Lo afferma Matshidiso Moeti, direttrice regionale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) per l’Africa, che nel suo briefing con la stampa odierno ha sottolineato che “l’Africa ha registrato più di 107 mila casi nella settimana terminata il 5 dicembre scorso, rispetto ai circa 55 mila di quella precedente (un aumento pari al 93%), con cinque Paesi che hanno rappresentato l’86% dei casi segnalati e tutte le subregioni del continente che registrano un aumento di nuovi casi rispetto alla settimana precedente”.

“In particolare, l’Africa meridionale ha registrato l’aumento più elevato con un incremento del 140% trainato principalmente dal Sudafrica, dove è stata rilevata la nuova variante. Le ricerche – ha aggiunto Moeti – si stanno intensificando per determinare se Omicron stia alimentando l’ondata di casi osservati in Africa. I dati provenienti dal Sudafrica indicano che Omicron può causare malattie meno gravi: i dati che esaminano i ricoveri in tutto il Sudafrica tra il 14 novembre e il 4 dicembre hanno rilevato, infatti, che l’occupazione in terapia intensiva era solo del 6,3%, un valore molto basso rispetto allo stesso periodo in cui il Paese stava affrontando il picco legato alla variante del Delta, nel luglio scorso”.

“I dati preliminari rilevati nello stesso periodo in uno dei distretti sanitari più colpiti da Omicron hanno rilevato che su oltre 1.200 persone ricoverate, solo 98 hanno ricevuto ossigeno supplementare e solo quattro erano in ventilazione – ha aggiunto la rappresentate Oms -. Nonostante la diffusa presenza globale di Omicron, più di 70 Paesi hanno imposto divieti di viaggio che colpiscono principalmente i Paesi dell’Africa meridionale, alcuni dei quali non hanno ancora segnalato alcun caso di Omicron. Con Omicron ora presente in quasi 60 Paesi in tutto il mondo, i divieti di viaggio che colpiscono principalmente i Paesi africani sono difficili da giustificare”.

“Attraverso i diligenti sforzi di sorveglianza degli scienziati africani – ha continuato Moeti -, la nuova variante è stata rilevata per la prima volta in questo continente, ma non è chiaro se la trasmissione sia avvenuta silenziosamente in altre regioni. Chiediamo misure di salute pubblica basate sulla scienza per contrastare la diffusione di Covid-19. Le restrizioni ai viaggi arrivano al culmine della stagione turistica di fine anno, devastando le economie africane, con un impatto a catena potenzialmente devastante per la salute degli africani”.

“Per accelerare la risposta alla variante Omicron e l’aumento dei casi – ha replicato ancora Moeti -, l’Oms sta aiutando i Paesi a migliorare la sorveglianza genomica per tracciare il virus e rilevare altre potenziali varianti di preoccupazione. In Sudafrica un laboratorio regionale di sequenziamento genomico sta supportando 14 Paesi dell’Africa meridionale e ha notevolmente aumentato il sequenziamento. Nella prima metà del 2021 i Paesi dell’Africa meridionale hanno sequenziato solo 5.500 campioni e ora ne stanno ordinando altrettanti ogni mese”.

L’Africa ha finora ricevuto più di 372 milioni di dosi di vaccino contro il Covid-19 e ne ha somministrate 248 milioni: ciò rappresenta solo il 3% degli 8,2 miliardi di dosi somministrate a livello globale. Sebbene il ritmo delle vaccinazioni sia aumentato negli ultimi mesi, solo il 7,8% della popolazione africana è completamente vaccinato.

“Quello che sappiamo – ha concluso la rappresentate Oms – è che la distribuzione non uniforme dei vaccini a livello globale sta creando un ambiente ideale per l’emergere e la diffusione delle varianti di Covid-19 in modo esplosivo e le regioni con il minor accesso ai vaccini sembrano probabilmente soffrire di più. Con i viaggi e i festeggiamenti di fine anno alle porte, la vaccinazione limitata, l’aumento dei casi di Covid-19 e la nuova variante dipingono un quadro inquietante per la nostra regione. Molti Paesi africani devono ancora somministrare la maggior parte delle loro forniture di vaccini, mentre 10 Paesi (in calo rispetto ai 12 della settimana precedente) hanno meno di 10 dosi disponibili per 100 persone. Considerando i vaccini ricevuti otto o più settimane fa, 27 Paesi hanno utilizzato almeno l’80% delle dosi ricevute, mentre 23 Paesi hanno utilizzato tra il 50% e il 79%, e due hanno utilizzato meno del 50% delle dosi ricevute”.

“Solo sei dei 54 Paesi africani hanno raggiunto l’obiettivo globale di vaccinare il 40% della loro popolazione entro la fine di quest’anno – ha affermato Richard Mihigo, coordinatore del programma di immunizzazione e sviluppo dei vaccini per l’Ufficio regionale dell’Oms per l’Africa -, lasciando milioni di persone nella nostra regione senza protezione contro il Covid-19. Questo è semplicemente pericoloso e insostenibile”.

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