Il drago nella cultura cinese non è una creatura spaventosa, ma un simbolo di buona fortuna, ha dichiarato un ex alto funzionario delle Nazioni Unite in un’intervista rilasciata a Xinhua questa settimana.

“I miei amici cinesi desiderano che i loro bambini nascano nell’Anno del drago”, ha dichiarato Erik Solheim, ex sottosegretario generale delle Nazioni Unite e direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente.

“Penso che la cultura cinese del drago sia innocua e che il drago cinese non debba spaventare. Concentriamoci piuttosto su come mostrare curiosità e rispetto reciproco”.

Solheim ha affermato che in Cina il drago è un simbolo di buona fortuna, forza, salute e potere. Nel folklore europeo, invece, la creatura mitologica ha una reputazione più minacciosa.

“Il drago occupa un posto molto centrale nella cultura cinese. È anche strettamente legato all’imperatore e al potere. Noi europei tendiamo a vedere il drago come una creatura spaventosa che può farci del male, forse ispirata ai dinosauri”, ha dichiarato l’ex funzionario.

Riferendosi ai suggerimenti secondo cui la traduzione inglese del drago cinese dovrebbe essere “loong”, per distinguere la creatura mitologica dall’omologa occidentale, Solheim ha invocato chiarezza.

“Poche persone (in Occidente) sanno cosa sia un loong. Credo sia meglio spiegare il ruolo del drago nella cultura cinese”, ha dichiarato, sottolineando l’importanza della comprensione e del rispetto piuttosto che della paura dei simboli culturali.

Solheim ha respinto le preoccupazioni per cui riferirsi ai cinesi come “discendenti del drago” possa causare disagio in Occidente, anche nel contesto delle tensioni geopolitiche.

L’ex funzionario ha invece sostenuto la necessità di concentrarsi sulla curiosità reciproca, sul rispetto e sulla risoluzione collaborativa dei problemi piuttosto che sul simbolismo degli emblemi nazionali. Questo approccio, ha sostenuto, può aiutare ad affrontare sfide globali come la distruzione dell’ambiente, la ripresa economica e i conflitti.

Ricordando i suoi lunghi viaggi in Cina, Solheim ha espresso una particolare predilezione per città storiche come Xi’an, Kaifeng, Hangzhou e Suzhou, sottolineando il grande impatto suscitato dalle diverse province e dalla cultura cinese.

Vincitore del Premio dell’amicizia del governo cinese 2023, Solheim ha dichiarato di essere stato testimone dei grandi risultati ottenuti dalla Cina nello sviluppo della civiltà ecologica nel corso degli anni. Il premio sottolinea l’importanza della solidarietà e della cooperazione tra Paesi di fronte alle sfide globali, ha aggiunto l’ex funzionario.

“Amo la Cina, la sua storia, la sua cultura, la sua gente, la sua natura, il suo cibo e i suoi recenti risultati nel campo dello sviluppo e dell’ambiente”, ha dichiarato Solheim. (Xin) © Xinhua