Il dramma è accaduto poco prima delle 8 di questa mattina all’azienda Marmi Ghirardi di Carpenedolo, in via Santa Croce. Un operaio di 43 anni di origini albanesi, per cause in corso di accertamento, è precipitato nel vuoto ed è morto sul colpo.

L’uomo, secondo le prime informazioni in corso di verifica, sarebbe stato al lavoro per conto di una ditta esterna sul tetto di uno dei capannoni dell’azienda. Sembra stesse sostituendo la copertura rimasta danneggiata da una violenta grandinata la scorsa estate. Non è noto il motivo, ma l’operaio è caduto rovinosamente a terra da un’altezza di circa 7 metri. un volo che non gli ha lasciato scampo.

Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della compagnia di Desenzano, i tecnici dell’Ats di Brescia e il personale sanitario del 118 con ambulanza e automedica. A questi ultimi, una volta giunti in via Santa Croce, non è rimasto che constatare il decesso dell’uomo.

La nota di Sinistra Italiana Brescia

Il Circolo di Sinistra Italiana del bassa bresciana orientale, a seguito di questo dramma, ha diramato questa nota:

“Anche oggi un altro operaio è morto sul lavoro. È accaduto a Carpenedolo in un cantiere. Al di là delle modalità, ancora da chiarire tecnicamente, la classe operaia paga il quotidiano tributo di sangue a un modello produttivo, ormai insopportabile.

La questione delle morti sul lavoro ha una connessione con la sicurezza e tutela della salute dei lavoratori sui luoghi di lavoro, e con la capacità di fare efficaci e periodici controlli dei luoghi di lavoro e sulla qualità dell’offerta di lavoro.

Le politiche liberiste sul lavoro, hanno delineato una cornice composta da minori diritti e minori tutele, meno personale e più ore di lavoro, meno fondi e meno norme di sicurezza, più precarietà e meno garanzie. Il susseguirsi di morti sul lavoro e di infortuni sui luoghi di lavoro dovrebbero portare il Governo ad un ripensamento complessivo delle politiche sul lavoro basate essenzialmente sulla precarietà e sulla riduzione dei diritti dei lavoratori ma anche su politiche previdenziali che tendono a far restare in attività lavoratori fino a settanta anni. La riduzione costante dei diritti e delle tutele sono alla base di incidenti, spesso gravi, che accadono sui luoghi di lavoro. Non si può perdere altro tempo e non si possono piangere altre morti”.