E’ terminato lo spoglio della terza votazione per il presidente della Repubblica nell’Aula di Montecitorio. Dallo spoglio è emersa da subito una maggioranza di voti per l’attuale capo di Stato, Sergio Mattarella. Dietro il presidente, Guido Crosetto, Paolo Maddalena e Pier Ferdinando Casini. In calo, rispetto ai due scrutini precedenti, le schede bianche.

Alle 21 ci sarà l’assemblea dei grandi elettori del Partito democratico e, prima, il conclave, ha detto il senatore del Pd, Dario Stefano, uscendo da Montecitorio. “Il presidente della Repubblica dovrebbe essere eletto direttamente dal popolo. Lo stallo di questi giorni è un insulto agli italiani. “Non si dica che il Movimento 5 stelle dice no a Draghi: noi diciamo sì a Draghi, e lo abbiamo fatto quasi un anno fa quando il Paese era in ginocchio. Oggi che la nave è ancora in tempesta il Movimento dice sì, anzi lo rafforza, a Draghi” a palazzo Chigi.

Lo ha affermato il presidente del Movimento cinque stelle, Giuseppe Conte, entrando a Montecitorio. Dal Partito Democratico Enrico Letta tuona: “Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un’operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto”. Intanto, fonti di Italia Viva riferiscono un “no a candidature che dividono la maggioranza. Matteo Renzi concorda con Enrico Letta sulla necessità di evitare nomi che mettano a rischio la coalizione che sostiene il governo”.

“Lealtà, velocità e concretezza”. Questa la risposta del leader della Lega, Matteo Salvini, intervistato in diretta ad “Agorà” su Rai 3, alla domanda su cosa si aspetta oggi dal centrosinistra. “Casellati come Fico è una carica istituzionale, non fa parte di rose politiche, è lì, è la seconda carica dello Strato, è donna, è stata eletta dalla maggioranza dei senatori, non ha bisogno che la sponsorizzi io o altri. Se uno la chiama penso sia a disposizione”, ha detto il segretario del Carroccio.

“Spero che Conte e Letta non si fermino solo ai ‘no’. Perché col ‘no’, ‘no’, ‘no’ non si fa un buon servizio al Paese” ha detto ancora aggiungendo che “è da un mese che dal centrosinistra non arrivano proposte”. Il quadro, dunque, è ancora incerto: se al quarto scrutinio, in programma giovedì, il centrodestra non ce la facesse a far passare uno dei nomi della sua terna di candidati o, in alternativa Casellati, la scelta si restringerebbe tra Mario Draghi e Pier Ferdinando Casini. Senza dimenticare, sullo sfondo, nel caso di stallo, la possibilità di un estremo appello a Sergio Mattarella per un suo bis al Colle.

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