E anche sulla mobilità elettrica cade una bella tegola, proprio nel momento di massima espansione. Cade, forse, tutta la convenienza economica di passare all’elettrico. E i riflessi sul mercato delle vendite non tarderanno a farsi sentire.

Tutto era iniziato con un abbonamento flat di 5 euro. Ma le auto elettriche in città erano poche, erano i pionieri della mobilità elettrica.

Poi l’aumento delle auto e della fruizione del servizio aveva portato A2A ad un adeguamento della tariffa flat a 30 euro.

Pochi mesi dopo, un ulteriore step: “salto” a 60 euro mensili per la “ricarica flat” ma soprattutto l’addio “al flat”, quindi senza un limite di Kwh utilizzati mensilmente, prima nei nuovi profili di abbonamento, poi, da maggio anche per i “clienti storici”.

A2A si adegua quindi al mercato cancellando l’unico vero vantaggio e segno distintivo della multi utility bresciana: la tariffazione flat mensile e un costo al Kwh che, per il “pay per use” passa per le colonnine Quick (quelle più lente, e più diffuse) dai circa 35 centesimi a Kwh a 58, mentre le Fast dai precedenti 45 centesimi passano a 68 centesimi.

Ora con € 60,00 mensili si possono utilizzare fino a 180 Kwh (pari a , per intenderci, circa 3 pieni di un’auto media. Poi la tariffazione sarà ” a consumo”, quindi la massima tariffa.

A2A “si adegua”, quindi, al mercato e agli altri player, primi fra tutti EnelX e Be Charge-Plenitude, l’ex Eni,

EnelX infatti offre un abbonamento analogo “large” a 145 KWh a € 45,00 mensili (pari a € 0,31 a kWh), poi il costo è di e 0,58 per le colonnine Quick e € 0.68 per le Fast; mentre Be Charge – Plenitude ha creato profili da 50,100, 250, 500 Kwh rispettivamente a € 20, € 38, € 90, € 175 (dagli € 0,40 agli € 0,35 cent) e deciso una tariffa standard “a consumo” di € 0,45.

Anche per i bresciani, insomma, è arrivato il tempo di prendere carta e penna, fare due conti e scegliere l’opzione migliore sul mercato in base ai propri consumi.