Con l’ultimo decreto sono arrivati anche i nuovi parametri per stabilire in quali fasce di rischio (i noti colori) si inseriscano le varie regioni. In parole povere si è in buona sostanza passati dal nuomero dei contagi alla percentuale di occupazione delle strutture sanitarie. Ma qual è a oggi la situazione del nostro Paese?

I contagi è chiaro che siano in aumento, ma come detto ora contano i ricoveri. Per entrare in zona gialla i limiti posti dal Governo sono 10% per le terapie intensive e 15% per i reparti convenzionali. Attualmente nessuna regione è a questi livelli, ma alcune vi si avvicinano.

Secondo gli ultimi dati di Agenas il tasso di occupazione delle terapie intensive resta fermo al 3% a livello nazionale. L’unica regione attualmente a rischio è la Sardegna che attualmente si trova proprio al 10%, ma per ora non lo supera.

Questi i valori delle singole regioni: Abruzzo (1%), Basilicata (1%), Calabria (3%), Campania (2%), Emilia-Romagna (3%), Friuli Venezia Giulia (2%), Lazio (5%), Liguria (6%), Lombardia (2%), Marche (2%), Molise (3%), Provincia di Bolzano (2%), Provincia di Trento (1%), Piemonte (1%), Puglia (3%), Sardegna (10%), Sicilia (4%), Toscana (4%), Umbria (2%), Valle d’Aosta (0%) e Veneto (2%).

Per quanto riguarda invece l’occupazione dei reparti non di rianimazione anche in questo caso la percentuale nazionale è molto più bassa rispetto alla soglia del giallo con un 4%. In questo caso la Lombardia si allinea perfettamente alla media, ma con un trend che negli ultimi giorni ha registrato una salita.