La prima campanella è suonata. Tanto attesa, tanto temuta, tanto discussa. Oggi gli studenti sono tornati a scuola per quello che tutti sperano possa essere l’anno della vera ripartenza con le lezioni tutte (o quasi) in presenza. Ma è anche l’anno del green pass obbligatorio per i docenti e i lavoratori della scuola, l’anno in cui si caldeggia la vaccinazione per gli studenti al di sopra dei 12 anni.

Questa mattina il dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia Giuseppe Bonelli, quella figura che un tempo chiamavamo provveditore, ha partecipato all’ingresso in aula degli studenti al nuovo plesso della scuola secondaria Bettinzoli di Brescia ed è quindi anche stata l’occasione per fare il quadro della situazione della scuola bresciana.

Situazione cattedre

Nei giorni scorsi ha fatto discutere la frase del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: “La scuola riaprirà con tutti i docenti”. Come si pone Brescia?

“Siamo riusciti quest’anno a dotare le scuole di tutto il personale supplente, della grandissima parte quantomeno, per l’avvio delle lezioni – ha detto Bonelli – Questo grazie al lavoro che abbiamo fatto qui a Brescia due anni fa sperimentando questo sistema che poi è stato messo a punto a livello nazionale. Oggi mi ha dato i risultati che ci aspettavamo. In giornata termineremo le ultime nomine”.

Un anno in presenza?

“Sì, dobbiamo lavorare perché sia così – l’auspicio di Bonelli – Ovviamente dobbiamo ricordarci che il pericolo della circolazione virale esiste ancora e che la presenza del virus può portare alla quarantena dell’intera classe. La raccomandazione alle famiglie quindi è la grande attenzione alle norme di sicurezza e alla presenza di eventuali sintomi da valutare prima di portare i ragazi a scuola”.

Copertura vaccinale

“La copertura vaccinale ci rende molto ottimisti ed è vero che questa deve essere il più possibile alta” prosegue il Dirigente.

Green pass obbligatorio, ci sono stati problemi con alcuni docenti?

“Sì ma in un numero assolutamente irrisorio, nell’ordine di una decina massimo di casi su un numero complessivo di docenti e personale Ata che arriva circa a 18mila persone – il bilancio di Bonelli – Direi quindi che la risposta del mondo della scuola è stata di serietà e di sicurezza. Chi non ha il green pass non entra, non lavora e soprattutto non prende lo stipendio”.