Domenica il Parco delle Cave, e più in particolare il suo lago Canneto, si è animato per la Festa di primavera con al centro l’attualissima tematica relativa all’importanza capitale dell’acqua. Una biciclettata, un acquedotto unamo, stand informativi, sport e tanti laboratori hanno accompagnato una giornata di vera festa, con un’attenzione speciale all’ambiente.

“L’acqua è sempre più scarsa, complici i cambiamenti climatici e la crescente pressione antropica. Pur essendo il nostro Pianeta ricoperto d’acqua, la percentuale di questa utilizzabile per usi umani è circa lo 0,6% considerando laghi, fiumi e falde sotterranee di facile accesso. Una componente solo in parte rinnovabile, poiché le falde hanno tempi di ricarica spesso più lunghi del tasso di sfruttamento cui vengono sottoposte” scrivono gli organizzatori.

Il dito è puntato sull’agricoltura intensiva, definita “vittima e carnefice”. Stando alle parole dei promotori infatti, il settore agricolo è il maggiore utilizzatore di acqua dolce: assorbe circa il 50% dell’acqua impiegata in Italia ogni anno. I sistemi intensivi inoltre impoveriscono i terreni agricoli, compromettendo anche la loro resilienza e la capacità di trattenere l’umidità. Per poter pianificare il risparmio idrico in modo efficace è dunque necessario ripensare l’uso dell’acqua in agricoltura, anche modificando la superficie dedicata ad alcune tipologie di colture.

“Più del 45% dell’impronta idrica dei prodotti agricoli è imputabile a carne, latte e derivati – aggiungono – È innegabile che gli attuali livelli di produzione e consumo di alimenti di origine animale mettono le riserve idriche ulteriormente sotto pressione. L’impronta idrica della carne bovina per grammo di proteine, è sei volte maggiore di quella dei legumi e secondo la stessa Assocarni (Associazione Nazionale Industria e Commercio Carni e Bestiame) per produrre un chilo di carne bovina occorrono in media 15.415 litri di acqua”.