I nove ex terroristi italiani di estrema sinistra hanno tutti rifiutato l’estradizione durante la prima audizione che si é tenuta oggi alla Corte d’Appello di Parigi. Ad ognuno di loro é stata notificata la richiesta dell’Italia e le date delle prossime udienze. Le procedure riguardano i sette fermati il 28 aprile: Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Patrella, Sergio Tornaghi, Giorgio Pietrostefani. 
A questo si aggiungono Luigi Bergamini e Raffaele Ventura, che si sono costituiti il giorno dopo.
Ancora in fuga Maurizio Di Marzio, la cui condanna andrà il prescrizione il 10 maggio.

Quando siete liberi da circa 30 anni, in Francia, lavorate, vivete normalmente e vi rinnovano i documenti non pensate che vi tradiscano fino a questo punto, ha detto Louis Chalanset, uno dei legali degli ex terroristi entrando in Corte. Si è detta sconvolta, parlando in francese, Marina Petrella 

Chiedere il blocco dell’estradizione degli ex terroristi italiani di estrema sinistra arrestati nei giorni scorsi in Francia significa disconoscere i loro crimini. Lo scrive sul quotidiano francese “Libération” l’ex magistrato e presidente della Camera dei deputati, Luciano Violante. “Come molti italiani, rispetto e attendo le decisioni finali delle autorità politiche francesi”, scrive Violante, spiegando di rispettare ma non condividere le regioni di coloro che hanno criticato gli arresti avvenuti il 28 aprile. “Se l’arresto ha avuto luogo solamente oggi, è solo perché in passato i governi francesi avevano fatto prevalere una posizione differente”, afferma il presidente della Fondazione Leonardo. Violante ricorda le vittime del terrorismo degli anni Settanta, affermando che è sul “disprezzo” della loro vita “che si fonderebbe l’impunità” dei carnefici.

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