Medics

Aumentano le possibilità di trattamento per i pazienti con la forma più comune di tumore del fegato in fase avanzata. Dallo scorso 10 luglio, infatti, la terapia anti-angiogenesi orale con cabozantinib può essere rimborsata in seconda e in terza linea nei pazienti adulti con carcinoma epatocellulare precedentemente trattati con sorafenib. “Questo ci permette di proporre più percorsi terapeutici personalizzati, adatti alle comorbidità e preferenze di ogni paziente”, commenta Fabio Piscaglia, Professore associato di Medicina Interna all’Università di Bologna e Direttore della Medicina Interna al Policlinico S.Orsola Malpighi di Bologna. La decisione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) arriva a seguito dei risultati dello studio clinico internazionale CELESTIAL, condotto in più di 100 centri in 19 paesi. Lo studio era stato progettato per arruolare 760 pazienti affetti da epatocarcinoma in fase avanzata trattati precedentemente con sorafenib, che potevano aver ricevuto fino a due precedenti terapie e con adeguata funzionalità epatica.

L’arruolamento dello studio, stando a quanto scrive Repubblica, è stato completato nel settembre 2017, e sono stati randomizzati 773 pazienti. Il comitato indipendente di monitoraggio dei dati dello studio ha suggerito di interrompere la sperimentazione per efficacia, perché i risultati erano già evidenti prima della sua chiusura. “Nello studio registrativo CELESTIAL cabozantinib ha dimostrato benefici clinicamente e statisticamente significativi sia per la sopravvivenza globale che per la sopravvivenza libera da progressione nei pazienti affetti da carcinoma epatocellulare precedentemente trattati con sorafenib, consentendo il miglioramento di alcuni aspetti di qualità della vita”, spiega Lorenza Rimassa, Professore Associato di Oncologia medica presso Humanitas University e Vice Responsabile dell’Unità di Oncologia Medica presso l’IRCCS Humanitas Research Hospital di Milano.