Crollo del Pil italiano nel 2020 a -11,2 per cento e una crescita del 6,1 per cento nel 2021. Queste le cifre delle previsioni economiche d’estate pubblicate oggi dalla Commissione europea. Quest’anno quella italiana è la crescita più negativa tra i paesi dell’Unione europea, a seguirla la Spagna (-10,9 per cento) e la Francia (-10,6 per cento). Secondo il commissario Ue per gli affari economici, Paolo Gentiloni, le previsioni negative sull’Italia presentate oggi dalla Commissione europea tengono conto della situazione del paese: l’Italia è stata il paese in Europa con il periodo di chiusura più prolungato ed è noto l’impatto devastante di queste misure sulle economie.

“Le previsioni sulla ripresa dell’anno prossimo sono basate su diversi fattori, non ultimo il fatto che la zona più colpita è stata la zona trainante dell’economia italiana e le preoccupazioni sul commercio internazionale visto che l’Italia è un paese orientato all’export”, ha detto Gentiloni, ribadendo che, nonostante ciò, comunque “si prevede una stima di crescita intorno al 6 per cento” nel 2021.

La risposta politica in tutta Europa alla pandemia di coronavirus ha contribuito ad attenuare il colpo, ma questa rimane una storia di disuguaglianza e, per questo, è importante raggiungere un rapido accordo sul piano di ripresa proposto dalla Commissione, ha aggiunto Gentiloni ricordando che sono morte nel mondo oltre mezzo milione di persone per il Coronavirus e che il numero è “in aumento di giorno in giorno, in alcune parti del mondo a un ritmo allarmante”. Secondo il commissario, le previsioni economiche d’estate mostrano “i devastanti effetti economici di quella pandemia”. Gentiloni ha sottolineato che “la risposta politica in tutta Europa ha contribuito ad attenuare il colpo per i nostri cittadini, eppure questa rimane una storia di divergenza, disuguaglianza e insicurezza in aumento. Questo è il motivo per cui è così importante raggiungere un rapido accordo sul piano di risanamento proposto dalla Commissione, iniettare nuova fiducia e nuovi finanziamenti nelle nostre economie in questo momento critico”, ha aggiunto il commissario Ue.

In Italia la spesa dei consumatori dovrebbe riprendersi nella seconda metà del 2020 e le garanzie sui prestiti, i differimenti di pagamento delle imposte e i crediti forniscono un valido sostegno. Secondo l’esecutivo europeo, in Italia, per quanto riguarda i consumi, con la revoca delle misure di confinamento, la spesa dei consumatori dovrebbe riprendersi nella seconda metà del 2020. I depositi delle famiglie sono aumentati considerevolmente e il sostegno al reddito attraverso trasferimenti sociali e programmi di lavoro a breve termine dovrebbe compensare in parte l’impatto negativo della pandemia sull’occupazione e sui redditi disponibili. Al contrario, è probabile che quest’anno gli investimenti delle imprese rimangano depressi, data l’elevata incertezza della domanda e la necessità delle imprese di aumentare la liquidità, anche se le garanzie sui prestiti, i differimenti di pagamento delle imposte e i crediti d’imposta forniscono un valido sostegno. La spesa in conto capitale è destinata a guadagnare terreno nel 2021, sostenuto da investimenti pubblici.

In Italia una prolungata crisi del mercato del lavoro potrebbe frenare la ripresa prevista. La Commissione europea ha sottolineato come, per quanto riguarda le esportazioni, le economie dei partner commerciali italiani sono destinate a contrarsi bruscamente nel 2020, il che implica un sostanziale calo delle esportazioni, con il turismo tra i settori più colpiti. Tuttavia, il settore delle esportazioni potrebbe guidare la ripresa una volta che l’economia globale prenderà piede. Nel 2021, si prevede che le esportazioni cresceranno in linea con il commercio globale. Le prospettive di crescita, però, rimangono soggette a rischi al ribasso. Una prolungata crisi del mercato del lavoro, una volta scadute le misure di emergenza e la riduzione del sentimento dei consumatori, potrebbe frenare la ripresa prevista.

L’impatto economico derivante dalle misure di blocco per la pandemia di Covid-19 è più grave di quanto inizialmente previsto e, per questo, c’è bisogno di un accordo sul piano per la ripresa europeo. Lo ha detto il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, commentando le previsioni. “L’impatto economico del blocco è più grave di quanto inizialmente previsto. Continuiamo a navigare in acque tempestose e affrontiamo molti rischi, tra cui un’altra grande ondata di infezioni”, ha detto. Per Dombrovskis, “questa previsione è un potente esempio del perché abbiamo bisogno di un accordo sul nostro ambizioso pacchetto di ripresa, Next Generation Eu, per aiutare l’economia”. Secondo il vice presidente, “possiamo aspettarci un rimbalzo, ma dovremo essere vigili sul diverso ritmo della ripresa. Dobbiamo continuare a proteggere i lavoratori e le aziende e coordinare strettamente le nostre politiche a livello dell’Ue per garantire che emergiamo più forti e uniti”.

L’economia dell’eurozona si contrarrà dell’8,7 per cento nel 2020 e crescerà del 6,1 per cento nel 2021, vivrà quindi una profonda recessione a causa della pandemia di coronavirus e, data la gradualità della revoca delle misure di blocco maggiore rispetto a quanto ipotizzato nelle previsioni di primavera, l’impatto sull’attività economica nel 2020 sarà più significativo del previsto. Le previsioni economiche per l’estate 2020 prevedono che l’economia dell’area euro si contrarrà dell’8,7 per cento nel 2020 e crescerà del 6,1 per cento nel 2021. L’economia dell’Ue dovrebbe contrarsi dell’8,3 per cento nel 2020 e crescere del 5,8 per cento nel 2021. La contrazione nel 2020 si prevede pertanto che sarà significativamente maggiore del 7,7 per cento previsto per l’area euro e del 7,4 per cento per l’intera Ue nelle previsioni di primavera. Anche la crescita nel 2021 sarà leggermente meno robusta di quanto previsto in primavera.

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