Avevano concesso un prestito ad un agricoltore della valle Camonica con interessi fino al 62%.
Ma non solo. Al malcapitato avevano fatto firmare una dichiarazione, con valenza in sede Civile, di riconoscimento del debito, senza però ovviamente specificare gli interessi che avevano praticato. Prestito che la vittima restituiva in denaro ma anche in beni materiali come animali da macello e titoli di credito.
È accaduto a Capo di Ponte.
Pochi giorni fa in un’operazione della Guardia di Finanza i due usurai, padre e figlia sono stati arrestati. Il magistrato gli ha concesso gli arresti domiciliari.
Nel corso delle indagini, coordinate dalla procura di Brescia gli investigatori hanno trovato anche la “contabilità” del prestito annotata su una serie di “pizzini” nei quali, confusamente, venivano ricostruiti i movimenti: denaro prestato, interessi, denaro restituito. Ma visto l’entità degli interessi il prestito non si estingueva mai.
Ai due sono stati sequestrati anche 12 mila euro in contanti ritenuti dagli inquirenti profitto dell’attività di usura