Lo scorso mercoledì Alex e Giacomo Bozzoli sono stati interrogati dal procuratore generale nell’ambito dell’inchiesta in cui sono indagati con l’accusa d’aver ucciso lo zio Mario Bozzoli e d’averne distrutto il cadavere. La scomparsa dell’imprenditore di Marcheno risale all’8 ottobre 2015: da allora dell’uomo non si sa più nulla. Nell’ultimo giorno in vita Mario Bozzoli fu visto all’interno della fonderia di Marcheno di cui era titolare con il fratello Adelio. Nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Mario Bozzoli risultano esserci altri due indagati con l’accusa di favoreggiamento. Alex e Giacomo Bozzoli, come scrive il quotidiano Bresciaoggi, sono stati interrogati complessivamente per cinque ore rispondendo a tutte le domande del procuratore generale reggente. Ora toccherà al procuratore dover decidere se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione del procedimento. Tra i temi maggiormente affrontati c’è l’eventuale frizione dei rapporti tra i due fratelli e lo zio. Secondo la ricostruzione accusatoria non erano buoni con particolare riferimento a Giacomo. Secondo le testimonianze i due cugini avrebbero detto d’essere grati allo zio: “L’amavamo, non l’abbiamo ucciso”. Pessimi invece sono stati descritti i rapporti tra Giuseppe Ghirardini e Mario Bozzoli. Ghiardini, operaio alla Bozzoli, fu trovato senza vita venne ritrovato a Case di Viso, località vicino a Ponte di Legno, nei giorni successivi. Nello stomaco aveva delle esche al cianuro con la procura ad aver aperto aperto un fascicolo per istigazione al suicidio.