Nel 3° trimestre 2021, la variazione della produzione delle imprese manifatturiere bresciane rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (tendenziale) è risultata pari a +13,7%. Pur in una fase di attenuazione della crescita, si tratta del secondo valore positivo più elevato (dopo quello del trimestre precedente) di tutta la serie storica, cioè dal 1° trimestre 1997.

A evidenziarlo è l’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia sui dati relativi al 3° trimestre 2021.

L’incremento così alto, oltre alla fase espansiva dell’attività, è dovuto al confronto con i livelli relativamente bassi del 3° trimestre 2020. Rispetto allo stesso periodo del 2019, prima della pandemia, la produzione risulta in calo del -2,2%: ciò denota che l’industria bresciana ha quasi del tutto recuperato quanto perso lo scorso anno.

Nel dettaglio, la produzione industriale rileva una flessione sul trimestre precedente di -2,6% (congiunturale), dovuta per lo più alla chiusura delle aziende nel periodo estivo. In termini destagionalizzati, la produzione cresce del +0,4%. Il tasso acquisito, ovvero la variazione media annua che si avrebbe se l’indice della produzione non subisse variazioni fino alla fine del 2021, è pari a +13,6%. Dopo aver toccato i minimi storici nel 2° trimestre 2020, i livelli produttivi realizzano un recupero (+25,8%).

Le previsioni a breve termine sono moderatamente positive: le aziende che stimano un miglioramento della situazione nei prossimi tre mesi sono il 35%. Quelle che prevedono di mantenere i livelli attuali sono il 52%, mentre il 13% stima un calo dell’attività.

Per i mesi a venire emergono preoccupazioni legate all’aumento dei prezzi di materie prime e semilavorati e alle difficoltà di approvvigionamento di alcuni di essi, ma le aspettative di produzione restano su un percorso espansivo. Per ora i fenomeni di scarsità sono ritenuti di natura temporanea, ma c’è il rischio che diventino strutturali, rallentando in modo più significativo e prolungato l’attività produttiva.