C’è la conferma della Procura: Manuela Bailo uccisa per un taglio alla gola

Emergono nuovi dettagli inquietanti sul delitto di Manuela Baiolo. A confermarle sono stati gli inquirenti attraverso una conferenza stampa questa mattina in Procura. La 35enne di Nave non sarebbe stata uccisa per una caduta dalle scale come inizialmente raccontato da Fabrizio Pasini agli inquirenti. Sulle scale nella casa di Ospitaletto della madre, teatro dell’omicidio, non sarebbero state individuate gocce di sangue. Una ferita alla testa sul corpo di Manuela è stata effettivamente riscontrata ma non compatibile con la morte ma ad uccidere Manuela Bailo sarebbe stato un taglio netto alla giugulare. Questo ha annunciato il procuratore capo Tommaso Buonanno. Fabrizio Pasini avrebbe colpito Manuela Bailo alla testa, tramortendola e portandola poi nello scantinato di casa. E’ qui che sarebbe avvenuto l’omicidio, stimato tra le 4.30 e le 5.30 di domenica 29 luglio. E’ in questa stanza che i Ris hanno scoperto tutte le tracce di sangue. Sangue sul pavimento e nella doccia: sangue copioso secondo le indiscrezioni. Manuela Bailo fino alle 4 del mattino è viva. Lo dimostrerebbero le telecamere dell’Ospedale dove Pasini si reca pe run dolore alle coste. Pasini a tornare dalla moglie alle 6 dopo aver ucciso Manuela. La 35enne di Nave non sarebbe morta nemmeno per strangolamento come si era vociferato nella giornata di giovedì. I nuovi clamorosi sviluppi porterebbero a pensare ad una morte per una ferita alla gola. Un taglio profondo alla giugulare sarebbe compatibile con una ferita da taglio. Parrebbe infatti che oltre ai telefonini si cercherebbe anche l’arma del delitto: un coltello, delle forbici, qualcosa di appuntito e tagliente. Non casuale anche la scelta del luogo della sepoltura del corpo ormai senza vita della Bailo. Dalle telecamere di videosorveglianza gli inquirenti hanno riscontrato più passaggi di Fabrizio Pasini ad Azzanello, segno evidente di più sopralluoghi. Conferme per quanto concerne il giorno dell’occultamento del cadavere, avvenuto 24 ore dopo l’uccisione. Stando sempre a quanto emerso gli uomini dell’arma dei Carabinieri di Brescia erano arrivati a risolvere il delitto prima della confessione di Fabrizio Pasini, da subito tra i primi sospettati.