Ora è il momento giusto per le case automobilistiche cinesi ed europee di rafforzare la cooperazione, poiché l'industria automobilistica globale sta subendo una profonda trasformazione, ha riferito a Xinhua Luigi Gambardella, presidente dell'associazione digitale internazionale ChinaEU con sede a Bruxelles, in un'intervista esclusiva. Gambardella, che ha sottolineato che i vincitori saranno coloro che costruiscono ponti, non muri, ha osservato che l'ascesa dei veicoli elettrici cinesi in Europa è stata notevole. Nel luglio 2025, secondo quanto riferito la casa automobilistica cinese BYD ha nuovamente superato Tesla nelle vendite nel mercato europeo. Anche marchi cinesi come NIO e SAIC sono diventati sempre più visibili sulle strade europee. Alcuni produttori cinesi hanno già investito nella costruzione di fabbriche o nella costituzione di joint venture in Europa, mentre aziende come Xiaomi e Li Auto hanno scelto di aprire centri di ricerca e sviluppo per prepararsi alla futura espansione del mercato. Il presidente ha sottolineato che, da un lato, le case automobilistiche cinesi hanno sviluppato una competitività in termini di costi grazie alla maestria nell'intera catena del valore, dall'innovazione delle batterie all'assemblaggio su larga scala. Dall'altro lato, la loro velocità di innovazione supera quella delle aziende europee, statunitensi e giapponesi, con nuovi modelli che raggiungono il mercato più rapidamente e una posizione di leadership a livello globale nella tecnologia delle batterie. "Le case automobilistiche cinesi non solo offrono un vantaggio in termini di prezzo, ma attraggono anche i consumatori europei più giovani combinando tecnologia avanzata e design orientato all'utente", ha affermato Gambardella. Secondo il presidente, l'incertezza derivante dalla politica commerciale degli Stati Uniti sta pesando fortemente sull'industria automobilistica europea e sta avendo conseguenze di vasta portata. In base all'accordo commerciale appena siglato tra Stati Uniti e Unione Europea (UE), Washington impone ora un dazio del 15% sulle automobili e sui ricambi esportati dall'UE, con un aumento rispetto al precedente 2,5%. "Questo è a dir poco un duro colpo per le case automobilistiche europee e le loro catene di approvvigionamento", ha avvertito Gambardella. L'industria automobilistica è un pilastro dell'economia europea, con Paesi come Germania, Francia e Italia fortemente dipendenti dalla sua vasta catena di approvvigionamento, che sostiene direttamente o indirettamente milioni di posti di lavoro. Il presidente ha avvertito che la politica tariffaria degli Stati Uniti costringerà i produttori europei o ad assorbire loro stessi i costi più elevati, riducendo ulteriormente i margini di profitto, oppure a trasferirli sui consumatori, con conseguente perdita di quote di mercato. Ancora più preoccupante è il fatto che la pressione non sarà limitata alle sole case automobilistiche. Anche i fornitori di componenti a monte e i distributori a valle ne saranno colpiti, creando un effetto a catena su tutto l'ecosistema. Gambardella ha sottolineato che il settore automobilistico europeo è già nel mezzo di una difficile transizione verso l'elettrificazione, la guida autonoma e la decarbonizzazione, un cambiamento che richiede investimenti sostanziali in ricerca e sviluppo e produzione. In un contesto globale sempre più complesso e volatile, Gambardella ha esortato una cooperazione più profonda tra le case automobilistiche cinesi ed europee, dalla produzione e dallo sviluppo delle batterie alle reti di ricarica e ai materiali sostenibili.

Monaco, 11 set 11:44 – (Xinhua) – Ora è il momento giusto per le case automobilistiche cinesi ed europee di rafforzare la cooperazione, poiché l’industria automobilistica globale sta subendo una profonda trasformazione, ha riferito a Xinhua Luigi Gambardella, presidente dell’associazione digitale internazionale ChinaEU con sede a Bruxelles, in un’intervista esclusiva.

Gambardella, che ha sottolineato che i vincitori saranno coloro che costruiscono ponti, non muri, ha osservato che l’ascesa dei veicoli elettrici cinesi in Europa è stata notevole.

Nel luglio 2025, secondo quanto riferito la casa automobilistica cinese BYD ha nuovamente superato Tesla nelle vendite nel mercato europeo. Anche marchi cinesi come NIO e SAIC sono diventati sempre più visibili sulle strade europee.

Alcuni produttori cinesi hanno già investito nella costruzione di fabbriche o nella costituzione di joint venture in Europa, mentre aziende come Xiaomi e Li Auto hanno scelto di aprire centri di ricerca e sviluppo per prepararsi alla futura espansione del mercato.

Il presidente ha sottolineato che, da un lato, le case automobilistiche cinesi hanno sviluppato una competitività in termini di costi grazie alla maestria nell’intera catena del valore, dall’innovazione delle batterie all’assemblaggio su larga scala. Dall’altro lato, la loro velocità di innovazione supera quella delle aziende europee, statunitensi e giapponesi, con nuovi modelli che raggiungono il mercato più rapidamente e una posizione di leadership a livello globale nella tecnologia delle batterie.

“Le case automobilistiche cinesi non solo offrono un vantaggio in termini di prezzo, ma attraggono anche i consumatori europei più giovani combinando tecnologia avanzata e design orientato all’utente”, ha affermato Gambardella.

Secondo il presidente, l’incertezza derivante dalla politica commerciale degli Stati Uniti sta pesando fortemente sull’industria automobilistica europea e sta avendo conseguenze di vasta portata. In base all’accordo commerciale appena siglato tra Stati Uniti e Unione Europea (UE), Washington impone ora un dazio del 15% sulle automobili e sui ricambi esportati dall’UE, con un aumento rispetto al precedente 2,5%.

“Questo è a dir poco un duro colpo per le case automobilistiche europee e le loro catene di approvvigionamento”, ha avvertito Gambardella.

L’industria automobilistica è un pilastro dell’economia europea, con Paesi come Germania, Francia e Italia fortemente dipendenti dalla sua vasta catena di approvvigionamento, che sostiene direttamente o indirettamente milioni di posti di lavoro.

Il presidente ha avvertito che la politica tariffaria degli Stati Uniti costringerà i produttori europei o ad assorbire loro stessi i costi più elevati, riducendo ulteriormente i margini di profitto, oppure a trasferirli sui consumatori, con conseguente perdita di quote di mercato.

Ancora più preoccupante è il fatto che la pressione non sarà limitata alle sole case automobilistiche. Anche i fornitori di componenti a monte e i distributori a valle ne saranno colpiti, creando un effetto a catena su tutto l’ecosistema.

Gambardella ha sottolineato che il settore automobilistico europeo è già nel mezzo di una difficile transizione verso l’elettrificazione, la guida autonoma e la decarbonizzazione, un cambiamento che richiede investimenti sostanziali in ricerca e sviluppo e produzione.

In un contesto globale sempre più complesso e volatile, Gambardella ha esortato una cooperazione più profonda tra le case automobilistiche cinesi ed europee, dalla produzione e dallo sviluppo delle batterie alle reti di ricarica e ai materiali sostenibili. (Xin)

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