Il quadro economico è di gran lunga migliore di quello che potevamo pensare in primavera. Ha esordito così ieri in conferenza stampa, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, a seguito della approvazione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Nadef) 2021. La Nota prende atto del miglioramento degli indicatori di crescita e deficit e definisce il perimetro di finanza pubblica nel quale si iscriveranno le misure della prossima Legge di Bilancio, che avrà come obiettivo quello di sostenere la ripresa dell’economia italiana nel triennio 2022-2024, in stretta coerenza con il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

“Ora c’è fiducia nell’Italia: c’è fiducia da parte degli italiani e da parte del resto del mondo. Questa è un’altra notizia positiva” ha detto precisando che il lieve calo del debito pubblico “è la prima conferma che dal problema del debito pubblico si esce con la crescita”. Il rimbalzo degli investimenti “recupera tutto quanto perso lo scorso anno ed anche di più” ha aggiunto ancora. Per il presidente del Consiglio la sfida “è rendere la crescita duratura e strutturale a livelli di tasso di crescita più alti rispetto a quelli pre pandemia che erano molto bassi”. Inoltre, “l’ingrediente fondamentale che ha favorito la ripresa dell’economia italiana è la vaccinazione: il fatto che si lavori con tranquillità e si possa andare in giro, tornare a scuola”. I numeri sugli investimenti esteri “mostrano un aumento di fiducia nei confronti del Paese” ha sottolineato.

Nel Def ha detto il ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco “prevedevamo una crescita del Pil del 4,5 per cento. In quel momento, eravamo tra i previsori più ottimisti. L’attuale documento reca una previsione per quest’anno del 6 per cento”. “Tutti i previsori si stanno orientando verso un numero molto vicino al 6 per cento, perché il primo semestre si è chiuso molto bene”, ha sottolineato. Per il trimestre che si sta chiudendo, “ci aspettiamo un ulteriore recupero: una crescita rispetto al secondo trimestre del 2 per cento abbondante”. “Quindi, anche ipotizzando che vi fosse un rallentamento nell’ultima parte dell’anno, raggiungeremmo molto tranquillamente un numero molto vicino al 6 per cento”, ha aggiunto.

Cosa prevede la nota

La previsione di aumento del prodotto interno lordo (Pil) per l’anno in corso sale al 6 per cento, dal 4,5 per cento previsto nel Def in aprile, mentre la previsione di indebitamento netto (deficit) scende dall’11,8 per cento del Pil nel Def al 9,4 per cento della Nadef. Anche la stima per il rapporto debito/Pil è rivista al ribasso rispetto al 159,8 per cento previsto nel Def; ciò implica una flessione dell’incidenza del debito sul prodotto interno lordo al 153,5 per cento già nel 2021.

Per quanto riguarda la programmazione delle finanze pubbliche, per il 2022 la Nadef fissa un obiettivo di deficit pari al 5,6 per cento del Pil, che si confronta con un saldo a legislazione vigente pari al 4,4 per cento. La Nadef delinea inoltre una progressiva e significativa riduzione dell’indebitamento netto, che si attesterà al 3,3 per cento del Pil nel 2024. Il percorso programmatico per il triennio 2022-2024 consentirà di coprire le esigenze per le ‘politiche invariate’ e il rinnovo di diverse misure di rilievo economico e sociale, fra cui quelle relative al sistema sanitario, al Fondo di Garanzia per le Pmi, all’efficientamento energetico degli edifici e agli investimenti innovativi. Si interverrà sugli ammortizzatori sociali e sull’alleggerimento del carico fiscale. Sarà possibile gestire ulteriori interventi di sostegno alla crescita economica del Paese. In confronto al quadro tendenziale, l’andamento dell’indebitamento netto programmatico è superiore di oltre un punto percentuale di Pil a partire dal 2022. Come risultato del relativo stimolo di bilancio, la crescita del PIL programmatico è pari al 4,7% nel 2022, 2,8 per cento nel 2023 e 1,9 per cento nel 2024. La discesa del rapporto debito/PIL proseguirà per raggiungere il 146,1 per cento nel 2024.